Anniversario eccidio del Turchino, l’80esima commemorazione per le 59 vittime del 1944
Si è tenuta oggi presso il Sacrario del Passo del Turchino, l’80esima commemorazione per le 59 vittime dell’eccidio del 19 maggio 1944 perpetrato dalle SS. Dopo la messa in suffragio, si è svolta la deposizione delle corone e l’orazione commemorativa di Ivano Bosco, segretario generale Spi CGIL Genova e Liguria.
A rappresentare Genova, il presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba: «Ricordare l'eccidio del Turchino - dichiara durante la commemorazione - significa riconoscere il coraggio e la determinazione di coloro che si opposero fino alla morte al regime nazifascista, significa ricordare che dietro ogni nome inciso sulle lapidi dei monumenti ai nostri caduti c'è una storia, c’è il dolore di una famiglia, c’è una comunità privata di un suo membro. Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario dei martiri del Turchino e, mentre commemoriamo i nostri cinquantanove patrioti caduti per mano delle SS, dobbiamo impegnarci più che mai a preservarne la memoria e a trasmetterne l’importanza alle generazioni future. La memoria storica è un bene prezioso, è il fondamento su cui costruiamo la nostra comprensione del passato e, di conseguenza, del nostro presente e del nostro futuro. Dimenticare significa rischiare di perdere il senso della nostra identità collettiva e dei valori che ci definiscono come società libera e democratica».
Per Regione Liguria era presente il vicepresidente del Consiglio regionale Armando Sanna: «Il tempo non lenisce il dolore dei famigliari delle vittime e non cancella la profonda ferita inferta, anche in quella occasione, ai principi di libertà, democrazia e al rispetto per la persona. Resta, dunque, un dovere per tutti i cittadini italiani, e anche liguri, fare tesoro della storia affinché quegli stessi principi non siano mai più cancellati o offesi».
A seguito dell’esplosione di una bomba al Cinema Odeon del 14 maggio 1944, che provocò la morte di cinque soldati tedeschi e il ferimento di altri quindici, le SS misero in atto una terribile rappresaglia. Nella notte tra il 18 e il 19 maggio 1944, cinquantanove patrioti vennero prelevati dalla IV sezione del carcere di Marassi, trasferiti nelle località di Fontanafredda nei pressi del Passo del Turchino e uccisi a colpi di mitra. Al Turchino il rapporto tra militari tedeschi uccisi nell’azione partigiana e vittime della rappresaglia fu superiore a quello di uno a dieci adottato per le Cave Ardeatine a Roma.