Ad un’amica che esalta il mondo delle donne
In mezzo a fragorose e ripetute cadute degli dei, dalla politica allo spettacolo misto a business, passando per i social e l’apoteosi del nulla; alla frantumazione di coppie da cronaca rosa di eccellenza e di sogno, dove si immedesima romanticamente l’Italia di tutti i giorni per dimenticare crisi, erosione dei risparmi e lavoro di bassa qualità, vi voglio raccontare una storia che mi pare bellissima ed esemplare.
Una vicenda di vita vissuta che di rosa ha soltanto la protagonista, che mantengo anonima per rispettarne il privato, vera ed autentica signora con bella famiglia e lavoro nel settore dell’economia dove garantisco che è assai competente, mia amica carissima.
Amica di famiglia che conosco da un paio di decenni e che ha accusato un problema di salute, come peraltro – ahimè – capita nella vita. E che per risolverlo ha richiesto un piccolo intervento e brevissimo ricovero consequenziale.
E siccome la vita ci dimostra ogni giorno che gli accadimenti superano e ci fanno stupire più della trama di una fiction o della fantasia di uno scrittore, ecco che il ricovero avviene nello stesso giorno in cui parto per Roma per un Consiglio nazionale del nostro Ordine dei giornalisti.
Sarò forse banale ma questi incroci e parallelismi di uno che fa una cosa e, nello stesso momento, un altro o un’altra ne fa un’altra, mi fanno sempre riflettere ponendomi domande alle quali solo il destino e la vita sanno però rispondere.
E poi passando per strade e aeroporti non perdo il vizio di osservare, scrutare, guardare la gente interrogandomi su cosa c’è dietro ogni essere umano, che è di per sé un mondo nel mondo, con gesti, attività, parenti ed amici che rendono ciascuno di noi unico.
In tutto ciò io passo alcuni giorni frenetici all’ombra del Cupolone, tra giornale e Ordine ed occupandomi del Liguriagate che ci ha investito come un uragano, mentre la signora è parallelamente nel letto dell’ospedale.
I social hanno anche aspetti positivi ed è il marito a tenermi informato su ciò che accade e che viaggia nel migliore dei modi.
Passano pochi giorni, da contare sulle dita di una mano, ed appena rientrato a Genova, mezzora dopo l’atterraggio al Colombo, è lei stessa a scrivermi: è a casa e andrà, il giorno dopo, già al lavoro. Nel messaggio mi scrive anche: “un pezzo sulle donne che insistono, resistono, raggiungono e conquistano l’obiettivo lo devi fare”. La frase mi colpisce, mi convince ed eccomi qua.
Altro che scendere in piazza e urlare o edocere da palcoscenici virtuali o reali su patriarcato e diritti indifesi delle donne! Altro che pontificare più o meno dottamente da comodi salotti televisivi su psico-sociologhe- culturali – storiche teorie dipinte da un rosa sbiadito!
Viva le donne, quando sono come la mia amica. Sono loro che scrivono la storia vera di noi tutti.
Può accadere di finire a terra, di cadere, come racconta il grande Ugo Foscolo dedicando all’amica contessa caduta da cavallo, un’ode. Ma quello che conta è se e come ci si rialza.
Dino Frambati