Autonomia differenziata, Botta: “Parte della ricchezza prodotta dal porto di Genova resti al territorio”
“L’autonomia differenziata è un’opportunità da cogliere per accelerare su una richiesta che da tempo avanziamo, e cioè che parte della ricchezza prodotta dal porto di Genova resti qui, per lo sviluppo e la crescita del territorio”. Così Giampaolo Botta, direttore generale Spediporto, commenta le dichiarazioni rilasciate oggi al Secolo XIX dal professor Lorenzo Cuocolo, che ha analizzato i risvolti del provvedimento approvato dal Senato.
“Cuocolo - aggiunge Botta - sottolinea giustamente come i proventi derivanti da Iva e altre imposte finiscano a Roma e non ci sia nessuna premialità per Genova, che questi soldi li produce con il lavoro e con la presenza di infrastrutture impattanti sul territorio. Peraltro - sottolinea il direttore generale Spediporto -, è un assurdo che stride con quanto accade nel Nord Europa, soprattutto ad Amburgo, dove è tutta la comunità a beneficiare di parte dei proventi dell’attività portuale. Prendendo proprio la città tedesca come esempio, il suo porto, nel 2019 ha generato con tasse e imposte varie, un valore aggiunto per il Paese di quasi 51 miliardi di euro, di cui 8 sono rimasti a disposizione della città di Amburgo. Circa il 16%, insomma, che, se rapportato a quanto generato dal porto di Genova potrebbe fornire risorse al territorio per circa 1 miliardo di euro. Una cifra che dovrebbe far ben comprendere come l’Italia, in questo senso, debba fare uno scatto in avanti”.
Ma che cosa sarebbe possibile fare utilizzando queste somme sul territorio ligure? “Moltissimo – sottolinea Botta – e non solo a livello portuale; penso in particolare al settore della sanità, all’assistenza rivolta ai soggetti fragili, al mondo della scuola e dell’educazione. Il libro dei sogni è ampio: ma dai sogni bisogna passare alla realtà e l’autonomia anche finanziaria è un punto imprescindibile”.