Lutto nel mondo del giornalismo: è morto Gigi Zerbini. Il ricordo del fratello Paolo
Ieri sera, se ne è andato Gigi, il più giovane dei miei fratelli. Nel 2010, un tumore aveva portato via Pippo, il più grande. Tre fratelli, tutti giornalisti. Avevo cominciato io al quotidiano Il Lavoro, poi avevano intuito la bellezza della nostra professione, prima Pippo (il Nuovo Cittadino e il Giornale) poi Gigi, con me, al Quotidiano Socialista.
Gigi era sveglio, forte, bello con quei suoi occhi azzurri. E bravo. L'ha piegato il Parkinson. Lucido, lucidissimo, per quello che riguardava la vita al giornale, sino ad un mese fa. I nomi dei cronisti e dei tipografi, i fatti, tutto. Il resto no. Tre passioni: i francobolli, il prosciutto crudo e il budino.
Nulla, però, in confronto al suo Andrea, che aveva portato anche in redazione. Dopo Il Lavoro, (solido capocronista), era tornato nella nostra Reggio, con la sua Manuela e la famiglia che si allargava agli amatissimi nipoti. Gazzetta di Reggio prima, Resto del Carlino poi, a Bologna, come caporedattore. Aveva fatto anche il corrispondente Rai.
C’è una foto che racconta l'ultima sfida, tra lui e me, in bici, sullo sterrato. Un testa a testa micidiale, nessuno che mollava, finito, mi sembra, in parità. Ma lui, quel giorno, era stato generoso.
Eccoli i miei fratelli (e spero anche io) generosi, seri, capaci. Mio papà sgranava gli occhi davanti a quei tre ragazzi, dentro una professione cosi lontana dal suo mondo.
Se ne avremo voglia, apriremo su un ufficio di corrispondenza. Ciao Gigi, fratello amatissimo
Paolo Zerbini
La gara in bicicletta tra i fratelli Gigi e Paolo
Paolo Zerbini