Spediporto, Botta: “Il controllo dei porti resti pubblico, i privati possono aiutarne la crescita”
Il tema della riforma portuale ha acceso il dibattito estivo nel mondo marittimo e, più in generale, economico nazionale. Ovviamente si tratta di un tema particolarmente sentito in una regione, come la Liguria, che riveste un ruolo centrale nella portualità italiana.
Spediporto gioca un ruolo importante in questo scenario e il direttore generale Giampaolo Botta non usa mezzi termini per tracciare la linea di pensiero dell’Associazione: “La portualità – afferma – è il terminale logistico e non solo al servizio del comporto produttivo del nostro paese. Rappresenta, dunque, un asset strategico su cui, a nostro giudizio, il pubblico deve mantenere un pieno controllo”.
Detto questo, Botta sottolinea, però, che non ci devono essere preclusioni verso l’ingresso di investitori privati e cita, come già fatto dal vice ministro Rixi, “Puertos del Estado”, il modello spagnolo.
“Già nei primi anni ’90 – spiega il direttore generale di Spediporto – il mondo economico e politico spagnolo si è interrogato sul futuro della portualità. Il sistema vede, oggi, una presenza pubblica su due livelli, locale e centrale, che ha dato ottimi frutti, grazie anche all’integrazione con gli investitori privati come testimoniato dalla crescita del porto di Barcellona”.
Una delle “chiavi” per leggere questo successo sta nel cosiddetto “obbligo di servizio”: “ogni soggetto privato che opera – racconta Botta – è tenuto a garantire la qualità dei servizi offerti, una loro corretta esecuzione. Non si tratta di una mera valutazione astratta, ma sono le stesse Autorità di Sistema a vigilare”.
Spediporto ha già più volte sottolineato come, per garantire l’ulteriore sviluppo di un porto fondamentale per il paese come quello di Genova, siano indispensabili gli investimenti nelle infrastrutture ma anche un efficace sistema di servizi alle merci, soprattutto nelle fasi di controllo e di movimentazione. E qui, racconta Botta, il modello torna a essere quello catalano, con Barcellona “che ha aperto un centro verifiche tra i più efficienti, operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7”.
Infine il direttore generale di Spediporto traccia un parallelismo tra l’area logistica operativa sempre del porto di Barcellona, la ZAL, e la fin troppo attesa Zona Logistica Semplificata: “E’ un modello anche questo – chiosa Botta – e dimostra come, attirando capitali privati che investono e offrono servizi di qualità, si possa accrescere il potenziale e la qualità di un bene pubblico”.