La decadenza dell’area intorno al Terminal Traghetti
Gli amministratori del porto di Genova, nominati per rappresentare e tutelare gli interessi dei cittadini, di tutti ma in modo particolare dei più deboli e indifesi, hanno lasciato decadere l’area intorno al Terminal Traghetti in modo davvero vergognoso. La documentazione fotografica che allego dimostra con quali condizioni, anche igienico-sanitarie, ogni giorno migliaia di genovesi che vanno in vacanza o turisti che vi transitano, sono costretti a convivere. Noi, che lavoriamo a bordo e viviamo il porto tutti i giorni, raccogliamo le vivaci e giustificate rimostranze di centinaia di passeggeri, e le segnaliamo agli amici che lavorano negli organi di stampa o a qualche amministratore pubblico conosciuto, sperando che almeno qualche giornalista le riprenda.
Io stessa ho segnalato al sindaco di Genova queste criticità, ma nulla! Niente: quotidiani e Tv locali sembrano ignorare lo stato in cui versa questa parte vitale del porto e chi amministra così male non batte ciglio, evidentemente non ci ha mai messo piede e rimane seduto alla sua scrivania più o meno dorata. Pensavo a questo cinque minuti fa, poi ho acceso la radio. La musica era quella di una vecchia canzone di Pierangelo Bertoli: Varsavia. Le parole mi hanno profondamente colpito, sembravano combaciare con i miei pensieri di fronte a tante brutture e al non rispetto per i cittadini che viaggiano e che nel porto ci lavorano. Le parole sono: “ci hanno traditi, l’hanno fatto tante volte, con cinismo e determinazione e hanno messo un guinzaglio all’illusione, e per tutti oggi è un giorno brutto, troppe code di paglia stanno bruciando, troppa rabbia per chi vive ancora sperando in un mondo migliore”.
No, non si può fare finta di niente, non si può giustificare il tradimento della morale: stipendi altissimi e nessun rispetto per chi viaggia e lavora. Bambini, anziani, donne incinte e con carrozzelle lasciati senza un minimo di servizi, senza zone d’ombra, con ascensori che funzionano, senza un servizio di navetta regolare fra le navi e il terminal come esiste anche in porti molto più piccoli.
La situazione del Terminal Traghetti di Genova è semplicemente vergognosa.
Alfred Adler, parlando della vergogna l’ha giustamente definita come un prodotto del sentimento sociale. In altre parole senza vergogna, per la verità, non esisterebbe neppure la società umana. La vergogna compare infatti quando sono compromessi il sentimento ed il valore della persona, e la sua dignità è persa. Adler conclude il suo saggio spiegando come il sentimento della vergogna abbia come effetto, da parte di chi lo prova, un allontanamento dall’ambiente.
Ma allora, chi amministra il porto così male non si vergogna, dato che rimane al suo posto?
Bene se per sfortuna sua e nostra, egli non si vergogna, allora non vi sono alternative se vogliamo uscire da quel “giorno brutto” di cui parla la canzone di Bertoli: siano gli amministratori in carica, che sicuramente avranno, loro sì, provato vergogna guardando queste foto a pretenderne l’allontanamento.
Se non lo faranno, vorrà dire che anche a loro va bene così e saranno i cittadini a giudicarli.
Susy De Martini
Ex parlamentare europeo e medico di bordo