Cresciuto il malessere psicologico dei liguri: principale motivo di disabilità
Secondo i dati del report annuale condotto dall’Ordine degli Psicologi della Liguria, il malessere psicologico nella nostra regione si è progressivamente aggravato negli ultimi anni e gli organici all’interno del Servizio sanitario sono ancora drammaticamente carenti quando, invece, ogni euro investito nella prevenzione psicologica consentirebbe un risparmio più che doppio in termini di spesa pubblica
Dal 2019 ad oggi il malessere psicologico della popolazione ligure si è progressivamente aggravato, facendosi sempre più accentuato ed esteso. Lo confermano le rilevazioni effettuate annualmente dall’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Liguria che, oggi, ha presentato i dati contenuti nel Report 2023 sulla salute psicologica dei liguri.
«I disturbi mentali rappresentano il principale motivo di disabilità e la terza causa del carico complessivo di malattia, dopo le patologie cardiovascolari e i tumori – afferma Mara Donatella Fiaschi, presidente dell’Ordine –. Allo stesso tempo, però, la letteratura medica ci dice che la promozione del benessere psicologico ha un impatto positivo sulla salute e che ogni euro investito in salute psicologica produce un risparmio di 2,5 euro, dunque più che doppio, in termini di spesa pubblica. Proprio per questo il nostro Ordine attua, ogni anno, un monitoraggio del benessere dei nostri concittadini, utile ad attuare politiche di promozione e di cura del benessere che siano mirate al fabbisogno della comunità».
«L’aggravarsi delle condizioni di salute psicologica della popolazione ligure che emergono dalla nostra indagine sono confermate anche dai report che il Sistema informativo per la salute mentale (Sism) conduce fin dal 2015 evidenziando, quindi, un trend risalente a ben prima della pandemia – aggiunge Cinzia Modafferi, psicologa psicoterapeuta, componente della redazione interna dell’Ordine e curatrice del report –. Estendendo l’analisi a livello nazionale, studi recenti ci dicono che solo il 18% della popolazione italiana riferisce di uno stato di benessere mentale, e che la percentuale si abbassa addirittura all’8% se parliamo dei giovani».
Il primo dato ad emergere dal Report 2023 è che in Liguria due adulti su tre presentano una sintomatologia depressiva ed ansiosa, con tassi di incidenza più alti della media nazionale secondo quanto riportato dallo stesso Sism, e un aumento della spesa lorda in antidepressivi di circa 1,6 milioni di euro dal 2017 al 2021. Inoltre chi si rivolge alle cure primarie, nell’80% dei casi, riceve solo una prescrizione di farmaci senza alcun tipo di intervento psicologico, mentre nel lungo periodo la psicoterapia sarebbe lo strumento più efficace ad evitare ricadute depressive.
Nell'ambito dell'adattamento, una persona su tre ha vissuto negli ultimi anni almeno uno stress acuto, come la morte di una persona cara, e diversi tipi di stress cronico. I dati evidenziano che l'intensità dei sintomi nelle persone che non riescono a trovare risposte adattive a livello emotivo o comportamentale sono in relazione con la sintomatologia ansiosa e la depressione e hanno un impatto sul benessere in generale.
I giovani sono i più colpiti, si percepiscono più soli e più degli adulti hanno sofferto per i provvedimenti di isolamento sociale attuati negli ultimi anni di emergenza Covid-19. Secondo il sottocampione di intervistati con figli minorenni, le principali cause di disagio sono appunto da ricercarsi nei problemi di socializzazione per il 40% dei ragazzi, cui seguono le difficoltà di attenzione e concentrazione dovute per lo più all’utilizzo di dispositivi elettronici e, ancora, l’esposizione a situazione stressanti o traumatiche, sintomi psicologici e psicosomatici. Malgrado, poi, si stimi che a livello nazionale il 20% circa dei giovani soffra di un disturbo mentale, secondo l’Eurostat ad essi sono riservati appena 9 posti alle cure psichiatriche ogni 100mila abitanti.
Risulta, inoltre, che due persone su tre tra quante hanno partecipato al sondaggio degli psicologi liguri si sono rivolte ad uno specialista, e che una su tre vi si rivolgerebbe in caso di bisogno: un dato, questo, che evidenzia l’importanza della professione psicologica e psicoterapeutica non solo nella cura, ma anche, con finalità preventive, all’interno delle scuole, sui luoghi di lavoro, nelle strutture per anziani e nell’assistenza domiciliare, oltre che a supporto dei medici di medicina generale e dei pediatri. A questo proposito, il 96% dei cittadini ritiene fondamentale che l’assistenza psicologica possa essere assicurata dal Servizio sanitario nazionale che, tuttavia, ad oggi riesce a soddisfare appena il 20% del fabbisogno.
La ragione di un servizio così insufficiente risiede in una drammatica carenza a livello di organico: nei servizi psichiatrici appena il 7% degli operatori sono psicologi psicoterapeuti, e solo il 6% degli interventi erogati è di tipo psicologico-psicoterapico. Secondo l’Istituto superiore di sanità oggi, in Italia, sono presenti appena 2,28 psicologi ogni 100mila abitanti nei consultori e 2,2 ogni 100mila nelle strutture ospedaliere quando, ancora prima del Covid-19, il Centro per la ricerca economica applicata in sanità (Crea), aveva stimato necessaria la presenza di uno psicologo ogni 1.500 abitanti. Numeri che appaiono dunque ben lontani dall’obiettivo “Healt for All” perseguito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a maggior ragione in considerazione del fatto che l’aumentato malessere psicologico è ormai da considerarsi strutturale e non più contingente all’emergenza pandemica.
Le conclusioni sono affidate, ancora una volta, alla presidente Fiaschi: «Alla luce di questi dati non possiamo che ribadire, ancora una volta, la necessità di potenziare la presenza della professione psicologica all’interno del Servizio sanitario regionale in tutti i servizi territoriali ed ospedalieri, dai dipartimenti di salute mentale ai consultori familiari, rendendo strutturale la figura dello psicologo scolastico e istituendo quella dello psicologo delle cure primarie nelle case di comunità».