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Piano sociosanitario: con i fondi PNRR, la Casa della salute nell'ex ospedale di Recco

Gian Luca Buccilli

Dopo il parere obbligatorio che il Consiglio delle Autonomie Locali andrà a esprimere il prossimo 21 aprile, il Piano sociosanitario approderà in Consiglio regionale, per essere discusso e poi votato.

Il Piano sociosanitario rappresenta lo strumento di programmazione triennale della sanità e della medicina di prossimità.

È un atto fondamentale che prevede la concertazione con il territorio

I servizi sociali di competenza comunale sono stati giustamente coinvolti nel processo decisionale con riguardo ai necessari interventi di integrazione sociosanitaria ma si tratta ora di verificare se e quali riscontri effettivi il documento contenga.

La parte riguardante il potenziamento della medicina di prossimità e la rete territoriale dei servizi è sicuramente condivisibile negli indirizzi e nelle nuove modalità di servizio identificate dal Piano.

Sono state riportate le linee guida e i contenuti del DM 77/2022 a firma del ministro Speranza che appunto introduceva, anche in correlazione ai progetti di investimento del PNRR, modalità nuove di presa in carico delle esigenze espresse dal territorio. 

Le direttive del Piano si rifanno molto spesso al PNRR ma si parla, a mio giudizio, in modo generico e poco fattivo di nuove competenze professionali e gestionali, di integrazione sociosanitaria e di nuove strutture organizzative territoriali, senza dire granché sul reperimento del personale e su come possano essere attuati i modelli organizzativi.

La stessa considerazione vale per i Distretti.

Nel Piano si parla di riorganizzazione dell'offerta territoriale, di rafforzamento del sistema integrato delle cure domiciliari e il potenziamento della figura dell'infermiere di famiglia o di comunità.

Vista l'assenza di ulteriori elementi concreti di programmazione, l'impressione è che ci si limiti alle sole dichiarazioni d'intenti. 

Alla Casa della salute di Recco il Piano prevede di destinare un milione e 545, 516 euro.

Si tratta di fondi provenienti dallo Stato e riconducibili al PNRR.

Occorre capire come questo intervento si vada a coniugare con la procedura già avviata (cinque anni or sono) per la realizzazione, presso l'ex plesso ospedaliero Sant'Antonio, di una Rsa di primo livello. 

Un'osservazione puntuale va fatta sul tema della rete emergenziale: resta insufficiente la dislocazione delle strutture dedicate agli interventi in emergenza.

Nel periodo estivo, i comuni compresi nel tratto costiero a levante del capoluogo moltiplicano le presenze.

A loro e ai residenti viene offerto una copertura del servizio non adeguata.

Desta infine una fondata preoccupazione il fatto che il Piano sociosanitario venga discusso e avviato alla votazione in sede di Consiglio regionale senza garantire un percorso identico nella tempistica al Piano integrato sociale regionale.

Si tratta di documenti che si sovrappongono su svariati temi, in particolare quelli connessi alla rete territoriale e la compatibilità dei loro rispettivi contenuti dovrebbe essere avvertita come un'esigenza inderogabile.

Gian Luca Buccilli
Capogruppo di Civica a Recco

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