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Bagarre nel centrodestra, i totiani: “La coerenza di Rosso è a corrente alternata”

Giovanni Toti - Matteo Rosso

“Leggiamo sul Secolo XIX, come quasi quotidianamente sulla sua pagina Facebook, le critiche dell'onorevole Matteo Rosso al presidente Toti. Il deputato di Fratelli d'Italia, che fa della coerenza la propria bandiera, insegna che quando si fa parte di una coalizione non si dovrebbe criticare pubblicamente chi guida la coalizione di cui si fa parte”. È quanto si legge in una nota della lista ‘Italia al centro con Toti’.

“Chiede al presidente di occuparsi di temi liguri - prosegue la nota - come se la decisione del governo sul Superbonus non rischiasse di far perdere il lavoro a 5500 edili in Liguria, mettendo a repentaglio centinaia di aziende. E stranamente si rivolge solo a Toti ma fa finta di non vedere che anche altri alleati, Forza Italia in primis, promettono già di cambiare quella norma. Ma soprattutto che persino il premier Meloni, leader del suo stesso partito, ha in queste ore aperto a possibili e necessarie revisioni, frutto del confronto con le parti interessate.

“Pretende rispetto degli elettori della coalizione - aggiungono gli arancioni - come se la coalizione che ha tolto il centrodestra e Fratelli d'Italia dal ruolo di eterna opposizione in Liguria non fosse guidata e sostenuta dagli elettori del presidente Toti. Invoca coerenza e compattezza anche nelle scelte locali, eppure a Imperia decide di non sostenere con il centrodestra unito il sindaco Claudio Scajola che pochi mesi fa aveva votato insieme a tutti gli alleati come presidente della Provincia. A Savona toglie il sostegno al presidente uscente Olivieri, chiamato cinque anni fa a guidare la provincia dalla nostra coalizione, e appoggia (perdendo) un candidato diverso. Se l'obiettivo di Rosso fosse quello di perdere per restare comodamente a fare opposizione si starebbe davvero rivelando un infallibile stratega”.

“Incredibile, infine, la posizione di Rosso sulle primarie del Pd. Detto chiaramente più volte che il presidente Toti non partecipa e non parteciperà a quelle consultazioni perché riguardano una parte politica diversa, forse Rosso tra i due, voterebbe Elly Schlein piuttosto che Stefano Bonaccini, che peraltro si è più volte espresso al contrario della sua sfidante, per un riconoscimento della figura istituzionale e politica della premier Meloni, oltre che contro le stantie patenti di fascismo affibbiate agli esponenti dello stesso partito di Rosso? Chi fa un favore al Pd è semmai chi fa sempre uscite contro la propria coalizione che invece va tenuta insieme e unita, anche se a volte la si pensa diversamente. Proprio chi gioca a disgregare aiuta chi, Bonaccini o Schlein, oggi invece disgregato lo è già”, concludono i totiani.

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