Iran, Campomenosi: “Da Ue chiediamo un impegno più forte contro il regime di Teheran”
“Sulla situazione in Iran si è discusso a lungo, anche prima della crisi e delle rivolte iniziate a settembre; alcuni di noi da tempo denunciavano le gravi colpe del regime”. Così Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo, componente della delegazione per i rapporti con l'Iran.
“Forse - prosegue Campomenosi -, parte del sangue che è stato versato poteva essere risparmiato e indubbiamente è solo grazie al sacrificio di tante donne e uomini coraggiosi se l’Europa sta cominciando a reagire. Il caso dell’esecuzione di Alireza Akbari è gravissimo, ma spero che il mese prossimo non si debba ripetere in Parlamento Europeo lo stesso tipo di dibattito con la sola differenza dell’aggiornamento del numero delle vittime, perché la gravità della situazione merita interventi decisi! Oltre al sangue versato c'è il tema di altre violazioni commesse da Teheran, come il cyber-attacco verso un paese europeo, l’Albania, e la fornitura di droni alla Russia.
E così, in un contesto in cui le sanzioni da parte delle Istituzioni Europee sono ancora troppo timide, dobbiamo, invece, passare al sostegno concreto di chi lotta contro il regime del Presidente Raisi e smetterla con atteggiamenti ambigui in Ue, come la difesa ostinata e senza senso dell’accordo sul nucleare del 2015, ritenuto da molti - e non solo oltreoceano - ormai inapplicabile e inadeguato, non fosse altro perché non possiamo assolutamente permetterci di concedere a un regime sanguinario come quello dell’Iran lo status di potenza atomica”.
“Inserire il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica tra le organizzazioni terroristiche è un passo in avanti, sebbene simbolico, nella giusta direzione. Ma dall’Ue ci aspettiamo un impegno più forte, concreto e deciso contro il regime di Teheran”, conclude l’europarlamentare della Lega.