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La prima conferenza di fine anno della prima donna Premier

Giorgia Meloni

Esordio brillante per la prima volta di Giorgia Meloni nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, organizzata dall’Ordine Nazionale dei giornalisti. Caratterizzata da risposte sempre dettagliate, argomentate, si sia stati d’accordo o no sulle idee espresse dal primo ministro.

Le domande dei giornalisti hanno spaziato su temi a 360 gradi, dalla recente Finanziaria (ed era scontato) a temi più ampi come la Giustizia, gli scandali finanziari in Europa, il lavoro, evasione fiscale, Ucraina, immigrati.

Rispetto ai precedenti premier, tutti maschi, la Meloni ha scelto di replicare ad ogni domanda allargando il discorso ai concetti alla base dei vari temi.

Al di là di ogni cronaca sull’evento, in diretta tv e su tutti i siti e media, la sala dei gruppi parlamentari, sede della conferenza, era strapiena di giornalisti, alcuni parlamentari, personalità varie. Pubblico comunque qualificato, come merita questo evento annuale.

Rilevante e da sottolineare l’intervento introduttivo di Carlo Bartoli, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

Bartoli ha citato le due “fratture” di questo momento storico: pandemia e guerra, che hanno profondamente colpito la società attuale. Spiegando come proprio il virus abbia portato le persone a chiedere maggiore e costante informazione.

Ha quindi ricordato come sia inaccettabile il fatto che ci siano giornalisti attaccati, “linciati” attraverso social ed altro. Sempre con linguaggio di odio. “In Italia – ha ricordato – c’è il maggior numero di giornalisti sotto scorta”.

“Il giornalismo – ha detto Bartoli - resta una bussola”. Ed ha quindi indicato come la categoria debba sempre attenersi a rigidi controlli delle fonti, usare continenza nel linguaggio e debba avere sempre e comunque rispetto delle persone. Certo, ha ammesso, c’è chi sbaglia e deve pagare ma “le colpe di pochi noti non possono screditare migliaia di giornalisti che lavorano bene e spesso in cambio di pochi euro a pezzo”.

Replica della Meloni: “molto positivi gli stimoli del presidente dell’Ordine cui appartengo. Fondamentale nella nostra democrazia. Vi sono iscritta ed è la mia professione; considero la politica un periodo transitorio”.

Ed ha espresso piacere ad incontrarne i rappresentanti ed affrontare i problemi.

Sul resto ha assicurato di fidarsi degli alleati. Ma soprattutto è da sottolineare come, dopo forse decenni di scarso interesse della politica verso il lavoro autonomo e chi produce lavoro, Giorgia Meloni ha dichiarato che il lavoro non si crea per decreto, né si batte la povertà. Lo Stato deve piuttosto creare le condizioni per favorire chi genera lavoro, togliere vincoli e cavilli. “Lo Stato farà di tutto per permettere le aziende in condizione di lavorare; non daremo fastidio a chi crea lavoro”, ha affermato. Circa il sistema fiscale ha detto, tra le altre cose, che occorre agire in maniera da evitare situazioni che favoriscano il lavoro nero.

Confermato, rispondendo ad una giornalista russa, l’appoggio pieno dell’Italia all’Ucraina. Finché ci sarà l’aggressione, l’Italia sarà schierata a favore del diritto internazionale, ha replicato la Premier.

Non sono mancate battute anche simpatiche e che hanno suscitato momenti di sorriso, con alcuni giornalisti, compreso con quello del Manifesto, certamente molto lontano dalle idee della Meloni, sulla politica nelle scuole e la militanza degli studenti. “Ci sono cresciuta”, ha detto il primo ministro.

Dino Frambati

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