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Inaugurato il Parco Gavoglio, Bucci: “Restituito ai genovesi uno spazio rimasto abbandonato per oltre 40 anni”

Un’area giochi attrezzata, campi da basket e pallavolo, zona pic-nic, un ascensore di collegamento panoramico, e le “Nature Based Solution”, ovvero opere finalizzate alla mitigazione degli eventi climatici; rain-garden e bioswale: è questo il nuovo Parco Urbano Gavoglio, inaugurato stamattina, alla presenza del sindaco di Genova Marco Bucci, del vicesindaco Pietro Piciocchi e del presidente Municipio I Centro est Andrea Carratù. Un progetto che restituisce alla cittadinanza un’area a lungo tempo dimenticata, all’interno del grande complesso edilizio, alle spalle della stazione ferroviaria di Genova Principe.

«È una giornata storica per Genova, frutto di un lavoro impegnativo e ambizioso che restituisce a tutti i genovesi uno spazio urbano rimasto abbandonato per più di 40 anni- dichiara il sindaco Marco Bucci- Oltre 16.200 mq trasformati in un grande polmone verde a due passi dal centro e a disposizione di tutti i genovesi. Abbiamo pensato a uno spazio diversificato che potesse soddisfare ogni stile di vita e coinvolgere ogni cittadino, non solo famiglie e bambini ma anche amanti degli animali e sportivi. L’obiettivo non era infatti recuperare solo il patrimonio storico ma compiere un’operazione di riqualificazione che potesse portare benefici e nuovi servizi per il quartiere. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo traguardo».

Il progetto del Parco Urbano Gavoglio è nato dalla volontà del Comune di Genova di riappropriarsi gradualmente degli spazi occupati dall’ex Caserma Gavoglio, tramite una procedura di sdemanializzazione, avviata nel 2016, che ha determinato il passaggio delle aree statali dismesse al patrimonio disponibile degli enti locali. La prima fase ha coinvolto attivamente la cittadinanza in un processo partecipato di co-creation, che ha dato avvio ad un progetto di fattibilità condiviso con la popolazione, mirato al recupero del patrimonio storico e alla creazione di nuovi servizi, su un totale di 5 lotti di lavori.

Il progetto è stato cofinanziato da fondi europei UNaLab (Urban Nature Labs) e da fondi del Patto per la Città di Genova. Il Programma Europeo Horizon 2020 di UNaLab ha inoltre considerato il progetto di rigenerazione del’Ex Caserma come uno dei tre “progetti pilota” e “modelli di intervento” per le “Nature Based Solutions” (NBS), ovvero soluzioni mirate alla gestione, conservazione e funzionalità di ecosistemi naturali, in ambienti antropizzati con elevato grado di complessità ambientale e idrogeologica.

Il progetto esecutivo del Parco Urbano è stato redatto, in partenariato con il Comune di Genova, dallo studio LAND Italia Srl e da Ire Liguria. 

Dal punto di vista architettonico-paesaggistico, l’area è stata suddivisa in ambiti che, partendo da Piazza Italia, corte interna all’edificio degli alloggi dell’ex Caserma già in fase di riqualificazione, oggi offrono servizi e percorsi pedonali alle diverse aree del quartiere e alle scuole limitrofe. L’area del progetto pilota di UNaLab occupa 16.200 mq e comprende un lotto principale di proprietà comunale tra l’edificio della ex Caserma e la valle laterale del rio Cinque Santi, a cui, durante il progetto di fattibilità, è stato ritenuto opportuno aggiungere alcuni lotti di proprietà privata, a monte dei 7 edifici che poi sono stati demoliti nel corso dei lavori.

In particolare, il progetto ha previsto la realizzazione di una zona adibita a piazza pubblica immediatamente a monte dell’entrata principale; un’area giochi attrezzata; un’area ludico-sportiva (con campi da basket e pallavolo), e ancora, nella zona a monte della Valletta 5 Santi, un’area pic-nic, un’area sosta e un ricostituito bosco urbano, verso il quartiere di Oregina e la via Napoli. Contestualmente alla realizzazione dei percorsi nella Valletta 5 Santi è stato realizzato un ascensore di collegamento panoramico con la Scuola Mario Mazza (Istituto Comprensivo del Lagaccio).

Dal punto di vista ambientale il progetto ha previsto la riqualificazione del sito mediante l’utilizzo delle “Nature Based Solution”, opere finalizzate alla mitigazione degli eventi critici (inquinamento, ruscellamento superficiale dei versanti, riduzione della biodiversità) realizzate con l’ausilio di materiali di riciclo o comunque totalmente compatibili con l’ecosistema locale. Tra le “NBS” attuate vi è il sistema di gabbionate in rete metallica, riempite con detriti frantumati provenienti dalle demolizioni dei 7 capannoni, o da cave della zona. Tali gabbioni produrranno una sostanziale riduzione del rischio idrogeologico, mediante il drenaggio controllato delle acque meteoriche (muri di contenimento, gradonate con sedute integrate e terrazzamenti rinverditi).

Altri esempi di buone pratiche attuate nell’ambito della riduzione del rischio idrogeologico e della diminuzione dell’impatto ambientale sono il “rain-garden” e i “bioswale”, ovvero aree umide con vegetazione igrofila, che assolveranno il doppio compito di catalizzatori del deflusso superficiale delle acque meteoriche, tramite infiltrazione diretta nel terreno e aumento della biodiversità. 

Contestualmente è stato realizzato l’impianto di irrigazione del verde, che consente la gestione e la manutenzione delle essenze vegetali, per una migliore fruizione degli spazi pubblici; l’alimentazione del sistema di irrigazione attinge alla vasca di accumulo di 30.000 litri posta sotto la piazza gradonata, che riceve e recupera le acque di deflusso provenienti da monte. Per la modellazione del terreno nella Valletta 5 Santi sono state inoltre attuate opere di ingegneria naturalistica per il sostegno e il consolidamento dei versanti, con l’uso di palificate vive in castagno, finalizzate alla stabilizzazione dei versanti e alla forestazione dei declivi impervi dell’area e privi di vegetazione. Tale intervento ha permesso inoltre di collegare con percorsi pedonali la parte bassa della Valletta 5 Santi al quartiere di Oregina. 

Infine, tutte le pavimentazioni all’interno del Parco Urbano sono state realizzate con metodi totalmente eco-compatibili, in ghiaino resinato e in terra solida, per favorire l’assorbimento delle acque meteoriche.

Durante l’attuazione dell’intervento è stato necessario risolvere anche problematiche legate all’inquinamento del sito e alla bonifica bellica, nonché alla messa in sicurezza dei rivi difficilmente ispezionabili prima della demolizione dei fabbricati soprastanti. Pertanto, parallelamente al cantiere di rigenerazione del sito affidato alla Direzione Lavori Pubblici, è stato aperto un cantiere a cura della Direzione Opere Idrauliche, che ha attuato la messa in sicurezza di un tratto tombinato del Rio Lagaccio nel sito di progetto.

«Un progetto di riqualificazione fortemente voluto dall'amministrazione, un luogo che oggi diventa un punto di riferimento per l'intera città- dichiara il vicesindaco Pietro Piciocchi- Dopo l’acquisizione dell’area, abbiamo reso possibile il progetto UNaLab, in collaborazione con LAND, e realizzato il nuovo parco urbano per la comunità, che rafforzerà il rapporto con la parte superiore del quartiere, grazie alle nuove aree verdi, e agli spazi di aggregazione. Inoltre, le soluzioni adottate e una progettazione strategica del verde urbano, aumentano la capacità di resilienza di quest’area, grazie a scelte ecologiche, sostenibili e inclusive, che permettono di affrontare in maggiore sicurezza gli eventi estremi dovuti al cambiamento climatico» 

«Un progetto che mette insieme le esigenze e le richieste del territorio e le più moderne ed efficienti recuperi urbanistici- dichiara il presidente del Municipio I Centro est Andrea Carratù- Un nuovo polmone verde per un quartiere che ha ancora bisogno di molte attenzioni ma che il sindaco è la Giunta hanno preso seriamente come obiettivo dell'amministrazione "del fare". Il parco sigilla il patto tra cittadini e amministrazione di una partecipazione attiva nei percorsi progettuali e di una corresponsabilità   nel proseguire lo sviluppo di progetti per una maggiore consapevolezza ambientale».

 

 

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