Amministrative, Pirondini (M5s): “Per l’ingordigia di Bucci Genova rischia il commissariamento”
“Immaginiamo uno scenario nefasto: Marco Bucci rieletto primo cittadino. E poi? Nella malaugurata ipotesi che succedesse, Genova rischierebbe il commissariamento. Perché? Basta che un qualsiasi elettore del Comune di Genova promuova davanti al Tribunale di Genova un procedimento per fare dichiarare la sua ineleggibilità. Il rischio è concreto, perché Bucci non si è dimesso da Commissario entro il 14 maggio 2022, quando cioè scadeva il termine per depositare le accettazioni di candidatura a sindaco di Genova. Qualora il Tribunale dovesse accogliere il ricorso, il sindaco sarebbe dichiarato decaduto. E con lui l’intera Giunta e tutto il Consiglio comunale appena votato. Risultato: il Comune verrebbe commissariato, e si procederebbe a nuove elezioni alla prima finestra utile”. Lo dichiara il capolista comunale del M5S alle amministrative del 12 giugno, Luca Pirondini.
“Abbiamo più volte sollevato la questione e Bucci ha sempre dichiarato che secondo i suoi “pareri legali” sarebbe eleggibile. Peccato che nessuno abbia mai potuto consultare quei “pareri”. Intanto, i precedenti smontano le sue teorie, che si basano sul distinguo tra Commissario straordinario di Governo per gestire le emergenze e Commissario di Governo. Bucci si legga allora le sentenze su questioni analoghe, tra cui quelle per Sala a Milano e per il presidente del Molise. Persino i sostenitori di Bucci, Lega in testa con il deputato Rixi, si sono posti il problema, tanto da tentare il colpo, in sede di conversione del Decreto-legge Milleproroghe, con un emendamento al Testo Unico Enti Locali con la finalità di rimuovere l’ineleggibilità prevista per i Commissari di Governo dall’art. 60, comma 1, numero 2, nel caso in cui i soggetti titolari di cariche elettive siano stati nominati Commissari straordinari di Governo”, aggiunge Pirondini.
“L’ingordigia di Bucci - conclude il pentastellato - non ha limiti. Il "Doge", dunque, non si smentisce mai: continua a interpretare la legge a proprio piacimento e convenienza, persino a discapito dei cittadini genovesi”.