Rsa liguri, Ubaldo Borchi lancia l’allarme: “Mancano 3578 posti letto, occorre invertire la rotta”
“E' necessario un programma di prevenzione per contrastare la fragilità e la disabilità dell’anziano, che migliori la sua qualità della vita e che impedisca o allontani nel tempo il ricorso alle Rsa che in Liguria già ora non sono in grado di soddisfare tutte le richieste: c'è una carenza di 3578 posti letto”. Lo ha detto Ubaldo Borchi, responsabile sanità per la Liguria di “Noi con l'Italia”, il partito che ha tra i suoi referenti nazionali il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, durante il convegno di oggi “Il sostegno alle persone fragili e alle loro famiglie in ambito psichiatrico e geriatrico”, al palazzo della Meridiana.
“Se non rallentiamo questo trend, nel 2027 mancheranno 3840 posti letto”, ha avvertito Borchi, evidenziando che ad oggi in Liguria l'offerta è di circa 12.600 posti letto con una carenza, rispetto alla richiesta, come detto, di 3578.
“Se non si interviene - ha rimarcato Borchi - la richiesta sarà nel 2027 di 16479 posti letto, con un “ammanco” di 3840”. Ha continuato: “Con la prevenzione, che migliora la qualità della vita dell'anziano, e questo è fondamentale, si può contenere la richiesta a 15.830 posti letti, con una carenza che si attesterebbe a 3230 posti letti. E’ chiaro che sarà comunque necessario incrementare l'offerta di posti”.
Il programma di prevenzione per le persone over 75 evidenziato da Borchi con l'ausilio di diapositive, utilizzate anche per illustrare i “numeri” della carenza – passa essenzialmente da tre punti: “Attenti screening periodici, modifiche all'alimentazione, attraverso una corretta dieta ed una maggiore socialità, elemento assolutamente fondamentale”.
Detto questo, Borchi ha tracciato la fisionomia delle Rsa del futuro: “Devono essere aperte al territorio e sul territorio, devono essere il primo baluardo di medicina territoriale in sinergia con i Medici di medicina generale, gli ambulatori territoriali, i distretti ASL e le farmacie. Tutto ciò sarà possibile solamente se sarà implementata all’interno delle RSA la componente sanitaria, non certo a discapito di quella sociale, ma in sinergia ed ampliamento della possibilità di prestare cure appropriate che diminuiscano gli accessi, talvolta inappropriati, ai pronto soccorso e tutto ciò potrà avvenire solamente con la realizzazione di una rete territoriale più o meno grande in base alla densità del territorio dove le diverse competenze contribuiscano ad un unico fine che io chiamo prospettiva di prevenzione”.