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Comprendo la rabbia sui social e sui manifesti: ecco perché non farò pubblicità elettorale

Susy De Martini

Stiamo assistendo ad una ferocia mai vista sui social e sui manifesti elettorali, che non certo giustifico ma che comprendo. Lo stress accumulato in due anni di pandemia, ha prodotto danni non solo socioeconomici ma anche psicologici enormi. La costrizione in casa per lunghi periodi di isolamento, spesso in spazi ristretti, unita ad una pessima comunicazione, ha creato fazioni e nemici anche fra membri di una stessa famiglia per non parlare dello stesso condominio. Ogni argomento viene radicalizzato, come le ulteriori vaccinazioni, la guerra in Ucraina o le prossime campagne elettorali. Ognuno si sente libero di sfogare la sua aggressività come meglio crede quasi come per liberarsi dal fatto di essere stato più o meno giustamente sottoposto a restrizioni e limitazioni. La mancanza di uno spazio esterno è stato forse, a livello psicologico, il danno più marcato. Sono sicura, infatti, che le caverne avessero un giardino anche piccolo ma in grado di fornire agli abitanti il giusto spazio, necessario per garantirne l’equilibrio psicologico. Sono anche convinta che proprio per l’esistenza di quel giardinetto, fonte di relax per chi rientrava a casa stremato dalla ricerca del cibo e dalla lotta con gli animali feroci, gli uomini non si siano estinti, fino ad ora, ammazzandosi proprio tutti. Non ne siete convinti?

In alcune condizioni, una intera popolazione può trovarsi sotto stress. Questa forma di sofferenza sociale è particolarmente comune in situazioni particolari, come ad esempio le guerre, i disastri naturali o appunto le pandemie. Il secolo scorso ma anche questo non scherza, è sicuramente stato uno dei più stressanti nella storia dell’umanità. Oltre a due guerre mondiali vi sono state numerose guerre civili, genocidi e pulizie etniche che hanno prodotto nei sopravvissuti quella che noi specialisti chiamiamo “sindrome da stress post-traumatica”. Essa è caratterizzata da ansia, depressione, disturbi psicosomatici ed alterazioni del comportamento quali appunto una maggiore aggressività, sia in famiglia che nel sociale. Il fattore aggravante durante questa pandemia è stato sicuramente, come tutti sappiamo, la limitazione della vita in spazi ristretti.

I testi di psichiatria ma anche di sociologia definiscono parametri che sarebbe meglio non superare, onde evitare effetti negativi. Pare proprio che ognuno di noi, se vuole mantenere una buona salute psicofisica, non possa e non debba rinunciare al proprio spazio vitale! Essere costretti a vivere in troppo stretta vicinanza con altri individui, in palazzi che spesso non ci consentono di avere i nostri sacrosanti spazi, rende sicuri candidati allo stress. Stress che può condurre all’aggressività e alla malattia che non rimane più individuale ma diventa, in questo caso, sociale. E così quella innaturale costrizione si libera dove può farlo: insultando a piacere sui social chi la pensa diversamente, o scrivendo frasi offensive su un avversario politico.

Viviamo momento davvero difficile, con troppe ferite ancora aperte, nel quale credo si debbano abbandonare slogan, antipatie e conflitti e si possa invece più che mai parlare di progetti concreti, con semplicità e chiarezza.

Questo non si può fare certo su un manifesto. Chi si presenta alle elezioni non è un prodotto da vendere sfoderando un sorriso, che non può che essere innaturale, date le circostanze. Slogan e sorrisi possono ottenere l’effetto contrario: irritare o addirittura indignare, chi soffre ed ha ben poco da sorridere.

No, non farò manifesti. Cercherò di spiegare a chi avrà il desiderio di sentirmi i progetti che ho per una Genova più internazionale, giovane e sana.

 

Susy De Martini

 

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