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Giornata nazionale memoria vittime, in Liguria 5.163 morti da inizio pandemia

“Ricordare chi non ce l’ha fatta è doveroso e fondamentale per il nostro Paese, perché quello che abbiamo vissuto, collettivamente e individualmente, è stata una tragedia senza precedenti, che ha stravolto l’esistenza di tutti noi. In Liguria sono morte più di 5mila persone: padri, madri, figli, familiari, amici cari. Quello pagato al Covid dalla nostra regione, con una popolazione tra le più anziane d’Europa, è stato un prezzo alto, mitigato solo dallo sforzo della nostra straordinaria sanità che fin dal primo momento è stata in prima linea per salvare vite e poi dai vaccini, che si sono rivelati l’unica arma davvero efficace per evitare le complicanze più gravi e che ancora ci vedono impegnati in una campagna rivolta oggi anche ai profughi ucraini che fuggono dalla guerra. Oggi ci stiamo avviando a superare la fase di emergenza, ma gli ultimi due anni rimarranno per sempre scolpiti nella nostra memoria”. Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti in vista, domani, venerdì 18 marzo, della Giornata Nazionale in Memoria delle vittime del Covid-19. E domani Regione Liguria isserà la bandiera a mezz’asta.

Le vittime registrate in Liguria dall’inizio della pandemia sono complessivamente 5.163: 3025 nel 2020, 1577 nel 2021, 561 quest’anno. Nell’area metropolitana sono morte complessivamente 2688 persone, 800 in quella di Savona, 594 in provincia della Spezia, 585 nell’imperiese. L’età media delle vittime è di 81 anni: la più anziana è stato un genovese di 108 anni, deceduto il 17 febbraio del 2021, la più giovane una bambina di 10 anni che, residente a Pavia e con una rara patologia infiammatoria cronica, era stata trasferita all’Istituto Giannina Gaslini.

“Credo che oggi il nostro compito per onorare la memoria delle vittime del Covid – conclude Toti – e fare in modo che non siano morti invano sia imparare dall’esperienza devastante che abbiamo vissuto: dobbiamo compiere ogni sforzo per migliorare il nostro sistema sanitario, che è e rimane uno dei migliori del mondo, anche rafforzando la risposta territoriale ai bisogni dei cittadini per farci trovare pronti qualora ci trovassimo ad affrontare un’emergenza simile in futuro, nella speranza che non accada mai più”.

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