I parchi regionali, la politica e la ricaduta economica sui territori
In Liguria esistono sei parchi regionali: Alpi Liguri, Beigua, Antola, Portofino, Val d'Aveto e Montemarcello-Magra-Vara.
Per il loro funzionamento, ogni anno Regione Liguria stanzia a bilancio 2 milioni e 800 mila euro, equamente ripartiti al netto del solo Parco regionale di Portofino, a favore del quale vengono erogati 600 mila euro annui.
I parchi nazionali sono finanziati dal Ministero dell'Ambiente e della Transizione ecologica in ragione della loro superficie.
Il più piccolo tra questi, il Parco nazionale delle Cinque Terre (3.860 ettari di superficie), riceve ogni anno 10 milioni di euro di fondi ordinari. A questi si sommano i finanziamenti riconducibili al programma "Parchi per il clima" e quelli che derivano dalla partecipazione ai diversi bandi pubblicati ogni anno.
A solo titolo di esempio, si evidenzia come nel corso degli ultimi due anni il Ministero dell'Ambiente e della Transizione ecologica abbia deliberato la concessione di 4,6 milioni di euro per il finanziamento dei progetti presentati dal Parco delle Cinque Terre sulla mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la salvaguardia del paesaggio terrazzato a uso vitivinicolo, l'efficientamento energetico del Castello di Corniglia, l'acquisto di imbarcazioni elettriche e la creazione di stazioni di ricarica presso le banchine.
È poi in corso l'erogazione dei contributi straordinari a favore delle piccole imprese che operano all'interno delle Zea, le Zone economiche ambientali che coincidono con i territori dei parchi nazionali.
Si tratta di risorse messe a disposizione dal Ministero della Transizione ecologica nell'ambito di un bando pubblicato il 15 febbraio 2021 e che oggi consente di ripartire 40 milioni di euro per agevolare l'economia del territorio.
Nell'attuale contesto normativo, il sistema parchi svolge un ruolo di tutela ambientale e di valorizzazione della biodiversità ma anche di promozione dello sviluppo sostenibile attraverso imprese che generano lavoro.
Il più recente rapporto annuale di Unioncamere recita che sono oltre 850 mila le imprese attive nei parchi nazionali, regionali e nelle aeree marine protette, il 14,3 per cento delle quali sono condotte da soggetti con età inferiore a 35 anni.
Interessante è anche il dato relativo all'imprenditorialità femminile: nelle aree protette raggiunge la misura del 26,8 per cento, a fronte del 23,5 per cento della media nazionale.
Per alcuni sindaci e pubblici amministratori, però, le ragioni di opportunità politica prevalgono sugli interessi legittimi del territorio e sulla necessità di partecipare attivamente alla sfida della ripresa economica che vede coinvolto il nostro Paese anche nell'ambito del nuovo PNRR.
Gian Luca Buccilli