Anpas vince su Autostrade: le ambulanze non devono pagare il pedaggio
Le ambulanze non devono pagare il pedaggio autostradale, sia quando sono impegnate in interventi di emergenza/urgenza, sia nei servizi ordinari di assistenza. Si è concluso con questo importante riconoscimento del ruolo verso la comunità svolto dalle pubbliche assistenze, un processo avviato nel 2016 contro Autostrade per l’Italia - Aspi spa, giunto a sentenza nei giorni scorsi, quando il giudice del tribunale civile di Roma ha accolto le tesi sostenute da Anpas Liguria e dalle altre pubbliche assistenze associate, riconoscendo il diritto a transitare sulla rete autostradale in regime di esenzione, senza pagare alcun pedaggio.
Il giudice ha stabilito che:
- sussistendo l’assenza di lucro da parte delle associazioni di volontariato;
- lo svolgimento del servizio di soccorso è da intendersi non solo come servizio di emergenza e urgenza, ma anche come mero trasporto di persone bisognose di assistenza, da intendere a sua volta come “aiuto, assistenza prestata a chi ne ha bisogno o a chi è in pericolo”, secondo quanto già espressamente indicato dalla giurisprudenza Nazionale e Comunitaria;
- lo svolgimento del servizio di soccorso deve essere svolto da mezzi appositamente adibiti all’esecuzione degli stessi;
le associazioni ricorrenti “hanno diritto all’esenzione dal pagamento del pedaggio anche in mancanza d’urgenza del trasporto e in presenza di rimborso dei costi nella stretta misura in cui siano stati effettivamente sostenuti per l’espletamento dello specifico servizio” e quindi che “per effetto e alle suddette medesime condizioni le associazioni ricorrenti non sono debitrici del pagamento del pedaggio”.
Anpas Liguria e le altre associazioni della sua rete erano ricorse nel 2016 alla Giustizia ordinaria in seguito alla richiesta da parte di Autostrade per l’Italia del pagamento dei pedaggi relativi a tutti i trasporti che non rientrassero in quelli di emergenza/urgenza. Nel Gennaio 2015 Società Autostrade aveva annullato la convenzione in essere dal 1999 per il rilascio di Telepass gratuiti per i mezzi di soccorso delle organizzazioni di volontariato. In sostituzione fu imposta dalla concessionaria una nuova procedura tramite specifica piattaforma, che prevedeva l’addebito dei pedaggi alle associazioni salvo autocertificarne preventivamente l’esenzione delle percorrenze, legata essenzialmente ai trasporti di emergenza. Questo ha comportato per le pubbliche assistenze un aggravio di costi vivi per i pedaggi, stimabile in circa 300 mila Euro all’anno. Basti pensare che con la stessa cifra si possono acquistare 5 nuove ambulanze o coprire per 12 mesi la spesa per il controllo, l’assistenza e la manutenzione delle attrezzature sanitarie, elettromedicali e degli impianti ossigeno delle oltre 450 ambulanze delle pubbliche assistenze liguri.
“Accogliamo con profonda soddisfazione la sentenza – dichiara Lorenzo Risso, presidente Anpas Liguria - una pronuncia fondamentale sulle cui concrete ricadute potremo avere riscontro già dalle prossime settimane, in esito alle modifiche che questa comporterà nei rapporti attualmente in essere con Autostrade per l’Italia. Ad ogni modo rappresenta nel suo significato un momento importantissimo per noi e che riporta giustizia in un contesto iniquo a cui abbiamo avuto la forza di opporci. La conseguenza di tutto questo è quella di poter lavorare più serenamente per tutti i cittadini che ogni giorno assistiamo, senza il peso di ulteriori costi e continuando così a garantire l’elevato standard dei nostri servizi”.
Gli effetti della sentenza avranno ripercussioni non solo a carattere locale, ma tutta la rete nazionale delle pubbliche assistenze Anpas sta guardando con profondo interesse lo sviluppo della situazione. Come dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente nazionale Anpas: “Ci auguriamo che questa sentenza sia l’occasione per sedersi intorno a un tavolo con Autostrade per l’Italia e ridiscutere le procedure attualmente in uso. È necessario concordare una nuova operatività che tenga conto sia di quanto espresso dal Giudice sia delle esigenze delle nostre pubbliche assistenze. L’utilizzo dell’attuale piattaforma crea infatti un significativo aggravio di lavoro per le nostre sedi. Ricordiamo che le attività svolte dalle associate Anpas sono portate avanti in gran parte da personale volontario, il cui lavoro dovrebbe essere facilitato, e non ostacolato, dai pur necessari espletamenti burocratici”.