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Anzalone e Lauro non si candidano alle comunali, nel centrodestra a rischio 7500 preferenze

Stefano Anzalone - Lilli Lauro

La notizia ha destato incredulità, tanto che qualcuno già parla di harakiri politico annunciato.

Ecco il fatto. I consiglieri comunali di Cambiamo Stefano Anzalone e Lilli Lauro hanno deciso di non ricandidarsi alle prossime amministrative genovesi.
Con la loro assenza il centrodestra, in particolare la lista di Toti e il candidato sindaco Bucci, rischia di perdere oltre 7500 voti, tante sono state le preferenze raccolte alle recenti regionali da Anzalone (2620) e Lauro (4921).
Adesso, per la coalizione che comanda a Palazzo Tursi non sarà facile sostituire i due big delle preferenze. E chi comprende l’importanza di questi 7500 voti, quasi tutti personali e non di lista, e ricorda che nel 2017 Bucci vinse su Crivello per 11mila voti - bisogna dire però che Bucci non era il Bucci di ora: non era stato ancora messo alla prova - teme che l’ampio margine dato dai sondaggi tra il sindaco uscente e il suo avversario, peraltro ancora fantomatico, possa ridursi di così tanto che i due candidati potrebbero correre una avvincente gara testa a testa fino al ballottaggio. Insomma, questi scettici danno a rischio la vittoria di Bucci al primo turno.
Ma lo scenario disfattista appare più possibile se alla tegola Anzalone-Lauro si aggiungono i voti che il centrodestra potrebbe perdere a seguito dei malumori che serpeggiano tra quei genovesi che non hanno condiviso alcune scelte dell’amministrazione comunale, come l’attualissimo spostamento dei depositi chimici a Sampierdarena (dove vivono 45mila persone), le piste ciclabili, la trasformazione di Nervi, l’insediamento di Esselunga in via Piave e a San Benigno, ecc.

Veniamo a Lauro e Anzalone. Nella settimana del suo compleanno (per lei sono 58 primavere ottimamente portate) la consigliera comunale ha confermato che non si ricandiderà in Comune, perché preferisce fare “l’allenatore” politico, non di calcio come Mourinho. Entrata a Tursi con Forza Italia e passata poi nella lista di Toti, la verace ischitana si è trovata, dopo un acceso diverbio con il sindaco, senza deleghe. E con ‘zero tituli’, evidentemente, non le interessa restare a Palazzo Tursi. Manterrà però il suo ‘titolo’ nell’aureo Consiglio regionale.

A ruota l’ha seguita il suo scudiero Anzalone, che alle comunali 2017 è passato dal centrosinistra al centrodestra proprio grazie all’amica Lilli con la quale si è candidato in tandem, che ha deciso di conservare solo il posto in Regione. Anche per il delegato allo Sport ci sono stati malumori con il sindaco, quando gli hanno affiancato il consigliere Vittorio Ottonello per gestire gli importanti eventi di Genova Capitale dello Sport 2024.

E’ chiaro che non vogliamo parlare di vendetta, nel senso: se non serviamo a te, tu non servi a noi.
Ma non è altrimenti spiegabile questo harakiri politico ai danni del sindaco.

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