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Micro-asili, a Genova è boom di richieste per il servizio ‘Tagesmutter’

Marta Brusoni, capogruppo a Palazzo Tursi di Vince Genova

Il nome, in italiano significa letteralmente “mamme di giorno”. In Italia sono meglio conosciute come ‘Tagesmutter’. Nate nei Paesi del Nord, esportato in tutta Europa, il servizio ha subito riscosso grande successo anche nel Bel Paese da oltre vent’anni e a Genova da dieci anni. Si tratta di donne professioniste riconosciute dal Ministero dello Sviluppo Economico che accolgono nella propria abitazione un massimo di cinque bambini in contemporanea occupandosi di sostegno alle famiglie e di conciliazione famiglia/lavoro. Una sorta di servizio a metà tra micro-asilo e babysitteraggio che solo nel nostro Paese, dal 2001, ha formato centinaia di ‘Tagesmutter’. A Genova ce ne sono circa venti gestite dalla Cooperativa Tagesmutter Arcobaleno nella persona del Presidente e coordinatrice Cristina Polastro con l’obiettivo di supportare la famiglia nella quotidianità. Ma la domanda rispetto all’offerta è più alta come spiega la stessa responsabile. «La tagesmutter è una figura professionale, che dopo aver frequentato il corso di formazione e ricevuta la certificazione, accoglie nella propria casa i bambini e si occupa della loro cura e della loro educazione – spiega la coordinatrice -. Il 30/40 per cento delle domande non può però essere soddisfatta. La pandemia ha evidenziato tale necessità perché non tutte le mamme scelgono di mandare i rispettivi bimbi negli asili tradizionali a causa dell’aumento dei contagi. In un ambiente domestico ci si sente invece più sicuri: ci sono meno contatti, l’ambiente è più protetto e il rischio di essere contagiati diminuisce».

Nello scorso autunno la responsabile della cooperativa Tagsmutter Arcobaleno era stata ospite di ‘Trait d’Union’, il programma condotto dalla capogruppo in consiglio comunale di Vince Genova, Marta Brusoni, in onda ogni lunedì sera sulla pagina ufficiale Facebook. Vista l’attenzione suscitata dalla puntata, che registrò centinaia di visualizzazioni, nelle settimane seguenti la cooperativa ottenne una convenzione con il Comune di Genova allo scopo di agevolare l’iscrizione di nuove candidate. «A Genova il servizio è iniziato nel 2011 per poi espandersi in Liguria – prosegue Polastro -. Ci sono ancora però delle zone scoperte sia sul territorio cittadino che nelle riviere, dove la domanda è alta». Ma Marta Brusoni promette il massimo sostegno per aumentare in tempi brevi il numero dei Tagesmutter. «Ho già posto la questione all’attenzione del consiglio comunale di modo che anche il Comune faccia la sua parte e favorisca l’apertura di nuovi Tagesmutter», assicura la capogruppo di Vince Genova in consiglio comunale.

Le donne che scelgono questo impiego possono avere figli ma non necessariamente. Devono svolgere 200 ore di corso in aula e 50 ore di tirocinio. Le tariffe per le famiglie variano dai 4,50 ai 7,50 euro all’ora. La ‘Tagesmutter’ può ospitare nella propria casa al massimo cinque bambini per volta, compresi se presenti, anche i propri figli. Il servizio non ha orari fissi ma cambia a seconda delle esigenze dei genitori. «Il nostro – aggiunge Cristina Polastro - è un servizio alla conciliazione, un modo per conciliare le esigenze delle famiglie che ne usufruiscono e le esigenze delle famiglie di ogni Tagesmutter. Un modo in cui la donna riesca a lavorare senza dover trascurare la propria vita familiare e personale».

Inoltre il servizio affianca l’attività ad altre iniziative come laboratori creativi, corsi ed incontri per genitori, pannolinoteca e centri estivi.

Uno studio sulla qualità della vita nelle città medie, redatto da Roberto Mostacci e Alessandro Ladecola della Cresme Consulting commissionato da ANCI, cita l’esperienza del servizio Tagesmutter tra gli esempi di esperienze coerenti con i principi della “vita buona”.

Lo studio si inserisce nel dibattito socio-politico della qualità della vita nelle città italiane, che, anche secondo le linee politiche europee, avranno un ruolo come soggetti promotori di uno sviluppo equilibrato nel territorio.

Lo scopo è individuare strumenti atti a riportare la persona al centro del sistema ed evitare il consumo inutile del territorio; creare le condizioni per vivere bene, creare un luogo dove i cittadini possano affrontare al meglio i problemi connessi con la vita familiare, con il lavoro, lo studio, il tempo libero, la salute.

Anche le politiche comunitarie stanno puntando alla creazione di città intelligenti, le “smart cities” in grado di coniugare contemporaneamente competitività e sostenibilità, attivando anche rilevanti risorse finanziarie in tal senso.

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