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“Nonno” Draghi tra Italia e destino personale

Mario Draghi

“Sono un nonno a disposizione delle istituzioni, i miei destini personali non contano assolutamente nulla, la grandezza di un Paese non è in questo o quell'individuo”. Ed ancora: “Io dico sempre che si deve vivere il presente il meglio possibile”.

E' un Draghi in versione quasi familiare e sentimentale, che regala pure pillole di saggezza, quello che si è presentato presso l'Auditorium Antonianum di Roma per la consueta conferenza stampa di fine anno organizzata da Ordine nazionale giornalisti, Stampa parlamentare e Presidenza del Consiglio, ma che tuttavia dimostra sul campo di essere uno statista decisamente una spanna superiore alla media dell'attuale classe politica.

La conferenza stampa, vissuta dall'interno, sul posto, suscita sentimenti diversi, immediati ed importanti, perché partecipata dal vero e non è quindi filtrata da immagini e scatti fotografici.

Grande Auditorium, scelto per poter ospitare i giornalisti che intendevano fare domande e sorteggiati per stabilire l'ordine di intervento, i consiglieri nazionali dell'Ordine, alcuni presidenti di Odg regionali ed ospiti.

Il primo ministro dimostra di saper dialogare con la stampa, risponde a circa 45 domande, evitando tuttavia accuratamente e non rispondendo ai diversi giornalisti che provano a strappargli qualche anche pur minimo accento al suo futuro: restare premier oppure capo di Stato, salendo sul Colle più alto di Roma.

E su questo è un Draghi a tratti persino ironico quello che chiede di non fargli più domande su questo. “Chiedetelo alla maggioranza se c'è qualche altro che può fare il primo ministro”, dice fin dall'inizio della conferenza.

Appuntamento tradizionale, importante e qualificato della politica italiana, aperto dal neo presidente (eletto ai primi di dicembre) Carlo Bartoli, ex presidente dell'Ordine toscano, che gestisce con grande dignità e moderazione il suo intervento di saluto ed avvio della conferenza stampa. Bravo a sottolineare i problemi della categoria con determinazione ma anche pacatezza: la precarietà, lo sfruttamento in molti casi, le minacce ai giornalisti che evidenziano situazioni di estrema gravità. Indica come prioritaria la riforma dell'Ordine, oggi “con regole di 60 anni fa”. Si rammarica di troppi “dossier sospesi”e sottolinea e fa notare con chiarezza che il giornalismo è “asse portante” della nostra civiltà e democrazia.

Draghi elenca invece i dati delle vaccinazioni e sottolinea, quasi alzando la voce, che il vaccino è “lo strumento migliore di difesa dal virus”. Ricorda i 106 milioni di dosi somministrate in Italia, i quasi 16 di terza ed invita a proseguire a vaccinarsi.

Rivendica al governo che presiede di aver fatto ciò che aveva promesso, ribadisce l'importanza del Pnrr ed annuncia la strategia italiana nello spazio ed il prossimo lancio di una costellazione per osservare la terra, ed il cui nome sarà deciso dai giovani italiani con un concorso.

Sui temi cari all'informazione replica con puntualità sul destino del governo, dicendo che la decisione spetta al Parlamento mentre assicura una politica che aiuti la famiglia, una manovra espansiva e dice che l'obbligo vaccinale “resta sullo sfondo”.

Dino Frambati

Dino Frambati e il neo presidente nazionale Odg Carlo Bartoli.

Dino Frambati

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