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Violenza contro le donne, UNAVI ha presentato il libro di Catia Acquesta: “E’ tempo di riflettere”

Nel Salone di Rappresentanza di palazzo Tursi, si è svolta ieri la presentazione del libro di Catia Acquesta, “Mia e di nessun altro”. L’incontro, organizzato dall’associazione Unione Nazionale Vittime-Liguria, ha dato l’opportunità di parlare di violenza e delle battaglie fatte dalle associazioni contro questi tipi di reati.

“Lo sa bene la nostra associazione che riceve richieste da tutta Italia e si spende al massimo, non solo con azioni di sensibilizzazione come questa e progettazioni educative per le scuole, ma anche presso le istituzioni centrali e territoriali”, afferma Valentina Jannacone, membro del direttivo e coordinatore ligure di Unione Nazionale Vittime.

Catia Acquesta, protagonista principale del pomeriggio, si occupa da oltre 20 anni di violenza contro le donne, è portavoce di Medea@, associazione contro la violenza ed è stata una della fautrice della legge sullo stalking: “Come capire quando si è in una storia malata è uno dei temi affrontati nel mio libro – spiega l’autrice – È importante uscirne per tempo, può salvarti la vita: prima di tutto dobbiamo capire se la persona sappia veramente amare. Come? Se notiamo essere estremamente geloso, possessivo, aggressivo, dobbiamo addrizzare le antenne. Quelli sono campanelli di allarme. Da lì bisogna parlarne, contattare le associazioni, non chiudersi”.

Dopo la parte dedicata al libro, si è proseguito con l’intervento di Giorgio Viale, assessore alle pari opportunità (sicurezza, personale e relazioni sindacali) del Comune di Genova e della consigliere e presidente della commissione pari opportunità del comune di Genova, Francesca Corso, per poi ascoltare gli interventi degli esperti e rispondere alle domande provenienti dal pubblico.

Presente anche il coordinatore regionale alla cultura di FDI, Giuseppe Murolo sono pi arrivati anche i rappresentanti della Regione Liguria, consigliere Stefano Anzalone e Alessandro Bozzano .

LE DICHIARAZIONI

Paola Radaelli, presidente nazionale Unavi: “Bisogna fare prevenzione anche attraverso la cultura. Il libro di Catia Acquesta fa riflettere molto perché spiega esattamente come capire quando si sia coinvolti in una storia malata o sbagliata e come uscirne. È un libro che racconta 3 storie vere tutte scaturite dallo stalking. La scrittrice ha realizzato anche un decalogo salva vita, diventato il segnalibro, che ha racconta come fare a non finire ammazzata quando il proprio persecutore non accetti la fine di una storia e cerchi la sua ex per rovinarle la vita e ucciderla”

Igor Dante, avvocato penalista: “L'Associazione Unavi, nel ringraziare tutti i soggetti che hanno reso possibile l'incontro, auspica che alle disponibilità manifestate dagli esponenti della politica possano seguire i comportamenti conseguenti.

Sono state dibattute le esigenze di intervento sul fronte legislativo di misure tese alla prevenzione di tutti quei reati identificati nel c.d. "codice rosso" non più tollerabili in una società che vuole definirsi davvero "civile". Ciò attraverso forme di tutela anticipata e di sostegno economico di chi si rivolge all'autorità per denunciarsi vittima.

L'attuale quadro normativo se raffrontato alle statistiche sui casi di violenza e stalking manifesta numerose lacune che necessitano di un intervento che coinvolga non solo la politica ma la società civile - attraverso le associazioni - che non si limitano a contemplare il dato cristallizzato delle statistiche nella amara consapevolezza che dietro "a un numero" c'è una realtà di sofferenza e di paura”.

Paola Balocco, psicoterapeuta: “Non si esce da una situazione di stalking come se ne è entrati. Spesso, se non sempre, è necessario molto tempo e l'ausilio di una terapia per poter nuovamente vivere la propria vita liberamente. L'esperienza di Stalking può cambiare il carattere di una persona, portare un individuo sano a sviluppare una psicopatologia. E’ necessario non banalizzare o sottovalutare la drammaticità dello stalking. A partire da noi psicoterapeuti: in tutti i casi di violenza, non basta essere professionisti, bisogna avere competenze specifiche per affrontare con il paziente la violenza accompagnandolo nel percorso di rinascita”

Francesca Corso, consigliere comunale, presidente della Commissione Pari Opportunità: “Un incontro importante che assume ancora più valore perché non contestualizzato all’interno delle iniziative organizzate per la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne. Di questo tema è essenziale parlare sempre e parlarne bene, al fine di diffondere educazione, messaggi sociali istruttivi e di supportare chi, in attesa di difesa dallo Stato, deve potersi difendere da sola dal proprio aguzzino” 

Laura Amoretti, consigliere di Parità Regione Liguria: “Essere donna vuol dire anche rivendicare la propria dignità, la propria autonomia, il proprio essere anche semplicemente e meravigliosamente diversa dall’uomo. Significa avere la possibilità di scegliere di essere impegnata professionalmente, di essere moglie e madre. Molte purtroppo sono ancora le donne che subiscono violenza in diversi ambiti, da quello famigliare a quello lavorativo. È proprio in quest’ultimo contesto che parte il mio impegno. Infatti, purtroppo le violenze e le molestie sui luoghi di lavoro, con riferimento anche a quelle di natura sessuale, rappresentano un fenomeno sommerso e ancora troppo presente. Violenze e molestie sono inaccettabili e incompatibili con il lavoro dignitoso, poiché hanno la capacità di provocare danni fisici, psicologici ed economici alle lavoratrici che le subiscono. Tutti noi, a vario titolo, abbiamo il dovere di collaborare al fine che ogni donna possa essere tutelata anche sul lavoro e rispettata nella propria dignità in un ambiente in cui siano favorite le relazioni interpersonali, basate sui principi di uguaglianza e reciproca correttezza”.

Giuseppe Murolo, coordinatore regionale cultura di Fratelli d’Italia: “In una società basata sull'iper-narcisismo, sul mito dell’eterno infantilismo e sulla legge del profitto e della perdita, l’Amore non viene visto come dono, ma come proprietà e possesso, la cui perdita innesta una reazione di violenza isterica e patologica. È necessario quindi recuperare un sistema di valori che metta al centro la sacralità dell’essere e non la materialità dell’avere”

Simona Saccone: “Il problema della dipendenza economica è forte in situazioni di violenza domestica, spesso l’uomo violento inizia la sua escalation proprio dall’isolamento della compagna, che prevede anche l’abbandono del lavoro. Con il Reddito di Libertà, la Regione Liguria ha messo a disposizione di 14 donne un piccolo budget mensile (400€) per poter iniziare il percorso di emancipazione dopo l’allontanamento”

Uscirne si può, lo ha dimostrato Catia Acquesta divenuta esempio per molti anche grazie al suo costante lavoro di sensibilizzazione ma – ci tiene a specificare Valentina Jannacone - senza promesse: “Il percorso è spesso lungo e faticoso, costoso a livello finanziario ed emotivo e uno dei compiti che Unione Nazionale Vittime si prefigge è sostenere le vittime sole o che abbiano difficoltà, sotto tutti questi aspetti. Oggi abbiamo visto solo 2 dei nostri professionisti che offrono gratuitamente la propria competenza, ma sono molti a sopperire alle carenze che dovrebbero per la maggior parte far capo alle istituzioni ed allo Stato”.

 

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