Ciclo Beethoven, Speranza Scappucci dirige l’orchestra e il coro del Teatro Carlo Felice
Il Ciclo Beethoven in programma al Teatro Carlo Felice di Genova nella stagione in corso si avvia a conclusione, con un terzo e ultimo appuntamento sinfonico-corale giovedì 19 maggio alle ore 20.00. Speranza Scappucci, sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Carlo Felice, preparato da Francesco Aliberti, dirige la Sinfonia n.7 in la maggiore op.92 di Ludwig van Beethoven preceduta, in un viaggio nel tempo dal presente “à rebours”, dalla prima esecuzione italiana di Barcarola di Paola Prestini, del 1996, ispirata alla lirica La barcarola di Neruda, prosegue con Litanies à la Vierge Noire, del 1936, di Francis Poulenc e si conclude con la ballade La mort d’Ophélie di Hector Berlioz, nella versione del 1848 per coro femminile e orchestra.
Martedì 17 maggio, alle ore 9.30 nel primo Foyer del Teatro, si terrà inoltre l’ultima conferenza per la stagione in corso della serie Te li raccontiamo noi, a cura degli studenti del Liceo Musicale Sandro Pertini, che è dedicata al concerto diretto da Speranza Scappucci. L’iniziativa, aperta a tutto il pubblico, mira a promuovere ed incentivare la diffusione della musica classica fra i giovani, nel quadro di una collaborazione tra la Fondazione Teatro Carlo Felice e l’Ufficio Scolastico Regionale della Liguria avviata con il progetto Studenti all’Opera, che offre a tutti gli studenti genovesi la possibilità di assistere gratuitamente ai concerti e alle opere in cartellone nella stagione gennaio – giugno 2022. La presentazione avverrà in una modalità “peer-to-peer”, in cui gli studenti assumono il ruolo di educatori e docenti nei confronti dei loro coetanei e dei ragazzi più giovani, alfine di favorire il rispetto reciproco e la cooperazione tra studenti, favorendo l’attenzione e l’apprendimento grazie al coinvolgimento interpersonale.
Racconta la compositrice italiana residente a New York Paola Prestini: «Barcarola è un lavoro per orchestra che ho scritto da studente, alla Juilliard School. Non è mai stato presentato ufficialmente, ma è stato eseguito alla Alice Tully Hall dalla Juilliard Orchestra. Il lavoro è stato rivisto in modo sostanziale per questa prima, ed è dedicato a Speranza Scappucci, amica di sempre e compagna di studi alla Juilliard. L'opera, in un movimento unico della durata di 15 minuti, ha la forma di un'onda, trae infatti ispirazione dalla poesia La barcarola di Pablo Neruda, in cui il desiderio è associato all’oceano e alle sue tempeste. La poesia evoca, in un insieme spettrale e sensuale, diversi suoni: il suono del vento, la sirena da nebbia, il battito del cuore. Le diverse sezioni del testo determinano cambiamenti strutturali, al picco più alto del desiderio segue un battito cardiaco costante. Sono entusiasta di presentare Barcarola a Genova, e farlo con la mia amica di sempre Speranza Scappucci, la cui forte passionalità si sposa perfettamente con quest'opera, è la realizzazione di un sogno, che evoca un bellissimo ricordo degli anni in cui abbiamo vissuto insieme la Juilliard e New York».
Hector Berlioz (Côte-St.-André 1803 - Parigi 1869) compone La mort d’Ophélie nel 1842, su testo di Gabriel Legouvé da Shakespeare, memore della doppia fascinazione subita, da parte del drammaturgo inglese e della prima interprete di Ofelia in Amleto, nella Francia degli anni ‘20 dell’Ottocento: Harriet Smithson, destinata a diventare pochi anni dopo moglie di Berlioz. La prima versione della ballata, per voce e pianoforte, inizia con il pianoforte che evoca lo scorrere delle acque in cui la fanciulla finirà per annegare. Il piano gioca un ruolo prominente lungo l’intera composizione, e la virtuosistica parte vocale di Ofelia è tra le più particolareggiate e memorabili di Berlioz. Il lavoro è stato successivamente rivisitato per coro femminile (soprano and contralti) e orchestra o pianoforte, e incluso nella raccolta op.18 Tristia (Cose tristi, di ovidiana memoria) pubblicata nel 1848.
Dopo la morte del padre, nel 1917, Francis Poulenc (Parigi 1899 – Parigi 1963) si disinteressò alla religione; fu la morte di uno dei suoi amici a riportarlo alla fede, e a innescare una nuova fase creativa, di cui le Litanies à la Vierge Noire dal 1936 rappresentano un passaggio importante, come racconta lo stesso compositore: «Sono religioso, per istinto profondo e per atavismo. Tanto quanto mi è impossibile esprimere un’ardente convinzione politica, quanto mi sembra del tutto naturale credere e praticare la fede. Sono cattolico. È la mia più grande libertà. La dolce indifferenza della mia famiglia materna, tuttavia, mi ha del tutto naturalmente portato a una lunga crisi di fede. Dal 1920 al 1935, confesso di essermene poco occupato. Nel 1936, una data capitale della mia vita e della mia carriera, approfittando della mia collaborazione con Yvonne Gouverné e Bernac a Uzerche, chiesi a quest’ultimo di portarmi a fare un giro in macchina a Rocamadour, di cui tanto avevo sentito mio padre parlare. Ero appena venuto a conoscenza, pochi giorni prima, della morte del mio collega Pierre-Octave Ferroud. La sua atroce fine mi colpì con forza. Pensando così alla leggerezza del nostro rivestimento umano, la vita spirituale riprese ad attrarmi. Rocamadour finì con il riportarmi alla fede della mia infanzia. Questo santuario, uno dei più antichi in Francia, presenta ogni aspetto di attrattiva. Abbarbicato in pieno sole su di un vertiginoso pendio roccioso, Rocamadour è un luogo di pace straordinario, che il numero assai limitato di turisti accentua. Preceduta di una corte, piena di allori e rose, una modesta cappella, costruita per metà nella roccia, ospita una statua miracolosa della Vergine, scolpita secondo la tradizione, dentro il legno nero da Sant’Amadoro, il piccolo Zaccheo del Vangelo, che dovette arrampicarsi su di un albero per vedere il Cristo. La sera stessa di questa visita a Rocamadour iniziai a scrivere le Litanies à la Vierge Noire per coro femminile e organo. In quest’opera, ho cercato di rendere il senso di “devozione paesana” che tanto mi aveva colpito in quel luogo sacro».
La settima Sinfonia di Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827), definita da Wagner “l’apoteosi della danza”, per il ritmo e l’impulso cinetico che pervade la sua musica, è stata composta da Beethoven tra il 1811 e il 1812, durante il suo soggiorno a Telpliz in cerca di una cura contro gli effetti dell’ipoacusia che si era ormai manifestata con chiarezza. I suoi quattro movimenti - Poco sostenuto. Vivace, Allegretto, Presto, Allegro con brio - sono concatenati dal "tactus" che percorre in profondità tutta l'opera in un graduale e costante crescendo d'intensità metrica, tenendo tale "danza delle sfere a misura d'uomo" (R. Wagner) tutt’assieme unita, e caratterizzata da un irresistibile senso di ineluttabilità.
PROGRAMMA
Teatro Carlo Felice, Genova
Giovedì 19 maggio 2022, ore 20.00
CICLO BEETHOVEN – III
PAOLA PRESTINI
Barcarola (prima italiana)
FRANCIS POULENC
Litanies à la Vierge Noire
HECTOR BERLIOZ
La Mort d’Ophélie op.18 n.2
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n.7 in la maggiore op. 92
Speranza Scappucci
Direttore
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Francesco Aliberti
BIOGRAFIE
Speranza Scappucci
Riconosciuta dalla stampa italiana e internazionale come uno dei direttori più interessanti della sua generazione, Speranza Scappucci, romana e diplomata alla Julliard School di New York e al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma è regolarmente ospite all’Opera di Vienna, Zurigo, Parigi, Barcellona e Washington. Dal 2017 è direttore musicale all’Opera Royale di Wallonie a Liegi. Nella stagione 2021/22 dirigerà Eugen Onegin e Simon Boccanegra all’Opéra Royale de Wallonie Liège, seguiranno gli attesi debutti al Teatro alla Scala di Milano in una nuova produzione de I Capuleti e Montecchi, alla Staatsoper unter den Linden di Berlino con L’elisir d’amore e alla Royal Opera House di Londra con Attila. Con l´Orchestre National du Capitole di Toulouse eseguirà inoltre Le Villi di Puccini in forma di concerto. Intensa anche la sua attività sinfonica: prossimamente dirigerà concerti sinfonici con l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo, la Vancouver Symphony Orchestra, la Orchestre Metropolitain di Montrial e debutterà con la Filarmonica della Scala a Milano. Nelle passate stagioni, ha diretto l’Orchestra Filarmonica della radio olandese al Concertgebouw di Amsterdam, la Royal Liverpool Philharmonic, l’Orchestra Filarmonica di Danimarca, la Prag Philharmonia, l’Orchestra Regionale della Toscana, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini di Parma, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra Sinfonica di Nancy, Detroit Symphony Orchestra, The St. Luke Orchestra, The Julliard Orchestra a New York e la Los Angeles Philharmonic Orchestra. Recentemente ha diretto Lucia di Lammermoor al New National Theater di Tokio, Così fan tutte al Teatro Capitole di Toulouse, Il barbiere di Siviglia alla Canadian Opera Company di Toronto, La bohème all’Opernhaus di Zurigo e alla Semperoper di Dresda, Maria Stuarda al TCE di Parigi, Tosca alla Washington National Opera. Alla Wiener Staatsoper ha diretto L’elisir d’amore, La bohème e La Cenerentola, e all’Opera Royale di Wallonie Madama Butterfly, la Messa da Requiem di Verdi, Aida, La Cenerentola e I puritani. Nelle passate stagioni ha diretto La sonnambula a Roma, Le nozze di figaro al Teatro Regio di Torino, Attila al Liceu di Barcellona. Jerusalem, Manon Lescaut e Carmen all’Opera Royale di Wallonie e La Fille du régiment a Zurigo. Inoltre, ha debuttato con Il turco in Italia al Rossini Opera Festival di Pesaro, La bohème alla Los Angeles Opera, La Cenerentola alla Washington Opera ed al Teatro Regio di Torino, Attila al Teatro Mariinsky di S. Pietroburgo, nonché una nuova produzione di La Fille du régiment alla Santa Fe Opera. La sua discografia include l’album Mozart Arias con il soprano Marina Rebeka e la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra, per Warner Classic, e Il mio canto con il tenore Saimir Pirgu e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, per Opus Arte. Nel 2019 è uscito il suo ultimo album per Deutsche Grammophon con il contrabbassista ungherese Ödön Rácz e la Franz Liszt Chamber Orchestra.
L’Orchestra del Teatro Carlo Felice ha una storia che inizia nei primi anni del ‘900. La sua attività sinfonica e operistica, che neppure i bombardamenti del ’43, con la distruzione dell’antico Teatro Carlo Felice, sono riusciti a interrompere, è da allora continuativa.
Nel 1965 l’Orchestra si struttura in maniera organica, inizia ad evolversi sviluppando un repertorio che spazia oggi dal Seicento alla musica contemporanea, e si afferma fra le realtà prominenti del panorama nazionale, distinguendosi per produttività e versatilità.
Sin dagli anni ’50, sul podio si avvicendano direttori di rilevanza internazionale tra cui Victor De Sabata, Tullio Serafin, Igor Stravinsky, Franco Capuana, Vittorio Gui, Sergiu Celibidache, Hermann Scherchen, Sir John Barbirolli, Claudio Abbado, Francesco Molinari-Pradelli, Carlo Maria Giulini, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovič, Giuseppe Patanè, Vladimir Delman, Gianandrea Gavazzeni, Spiros Argiris, Peter Maag, Rafael Frühbeck de Burgos, Myung-Whun Chung, Yury Aronovič. In tempi più recenti, Daniel Oren (Direttore Principale dell’Orchestra nella seconda metà degli anni ’80 e dal 2007 al 2010), Antonio Pappano, Christian Thielemann, Daniele Gatti, Gary Bertini, Gennadij Roždestvenskij, Gianluigi Gelmetti, Rudolf Baršaj, Bruno Campanella, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Nello Santi, Michel Plasson (Direttore Principale Ospite dell’Orchestra nei primi anni 2000), Bruno Bartoletti, Sir Neville Marriner, Lu Jia, Juanjo Mena (Direttore Principale Ospite dell’Orchestra dal 2007 al 2010), Dmitrij Kitajenko, Manfred Honeck, Juraj Valčuha, Kyrill Petrenko, Hartmut Haenchen, Vladimir Fedoseev, Andrea Battistoni (Direttore Principale Ospite dal 2013 al 2016), Daniel Smith (Direttore Principale Ospite dal 2017 al 2019).
Fabio Luisi (dal 2012, Direttore Onorario), a partire dalla stagione 2020-2021, è protagonista di numerosi concerti dedicati al grande repertorio sinfonico romantico europeo – con una particolare attenzione all’opera di Anton Bruckner – che, dal 2022, intreccia con un percorso esplorativo dell’opera sinfonica di Luciano Berio (in vista dell’anniversario del centenario dalla nascita del compositore originario di Oneglia, nel 2025). Donato Renzetti (dal 2022, Direttore Emerito), nel 2021 dirige la prima esecuzione moderna di Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini nella versione di “Genova, 1828”, nell’ambito di un più vasto progetto di riscoperta della Civiltà musicale genovese promosso dal Teatro. Dalla stagione 2020-2021, ospite regolare del Teatro, dirige numerosi concerti dedicati alla scoperta dei “Novecenti” musicali europei.
Nel 2022, Riccardo Minasi è nominato Direttore musicale.
Numerose sono le incisioni registrate al Teatro Carlo Felice, in particolare di produzioni liriche, per etichette quali Deutsche Grammophon, Decca, Sony, TDK, Rai-Trade, Nuova Era Records, Arthaus Musik, Dynamic, Bongiovanni, Denon/Nippon Columbia e BMG-Ricordi.
L’alto livello artistico consolidato negli anni consente alla compagine di prendere parte a manifestazioni di grande prestigio quali il Festival dei Due Mondi di Spoleto (2013, 2020), il Ravello Festival (2014, 2019), il Festival di musica sacra Anima Mundi di Pisa (2015), e d’esibirsi in importanti sedi nazionali e internazionali quali il Parco della Musica di Roma (2015), il Teatro degli Arcimboldi di Milano (2012), l’Auditorium della Conciliazione di Roma (2012), il Teatro dal Verme di Milano (2014, 2019, 2021) la Royal Opera House di Muscat (2015, 2017, 2019) la Astana Opera (2017), il Marinsky Concert Hall (2019), la Basilica di S. Francesco ad Assisi, per il Concerto di Natale 2020, trasmesso in Eurovisione dalla RAI.
Il Coro del Teatro Carlo Felice nell’anno dell’inaugurazione del Teatro, nel 1828; nell’arco di 170 anni, la formazione ha acquisito un rilievo notevole nel panorama nazionale. Oltre all’interpretazione del repertorio lirico, dal Barocco ai giorni nostri, connaturata all’attività operistica del Teatro, il Coro del Teatro Carlo Felice si è dedicato all’esplorazione e all’esecuzione delle forme polifoniche medievali e rinascimentali, del repertorio corale barocco e classico, delle grandi composizioni sinfonico-corali classiche, romantiche e tardo romantiche per arrivare alle multiformi espressioni musicali novecentesche. L’esperienza artistica del complesso si è sviluppata con l’indispensabile apporto di prestigiosi maestri che, sin dalla sua costituzione, hanno operato all’insegna di un graduale quanto costante processo di affinamento qualitativo. Si ricordano in particolare Lido Nistri, Leone Magiera, Bruno Pizzi, Tullio Boni, Adolfo Fanfani, Ferruccio Lozer, Dante Ghersi, Marco Faelli, Gianfranco Cosmi, Fulvio Angius, Fulvio Fogliazza, e in tempi più recenti, Ciro Visco, Giovanni Andreoli, Lorenzo Fratini, Marco Balderi, Pablo Assante e Franco Sebastiani. Particolarmente significativa la collaborazione con grandi direttori d’orchestra quali Mstislav Rostropovič, Giannandrea Gavazzeni, Spiros Argiris, Peter Maag, Gary Bertini, Antonio Pappano, Yuri Ahronovitch, Christian Thielemann, Daniel Oren, Bruno Bartoletti, Rafael Frühbeck de Burgos, Nello Santi, Lorin Maazel, Bruno Campanella, Nicola Luisotti, Donato Renzetti, Gianluigi Gelmetti, Michel Plasson e Fabio Luisi.
Francesco Aliberti si è diplomato in didattica della musica, musica da camera, musica vocale da camera, direzione di coro, clavicembalo, canto e composizione, e ha conseguito il diploma di secondo livello in pianoforte col massimo dei voti, lode e menzione al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. All’Università degli Studi di Salerno ha conseguito la laurea specialistica in Filosofia col massimo dei voti, lode e menzione. Collabora con Anna Ca relli e la Casa Editrice Ripostes di Salerno. È insignito del Premio Anassilaos Giovani 2008 patrocinato dal Consiglio dei Ministri. Ha lavorato come pianista accompagnato re, tenuto corsi di formazione, svolto l’attività di docente nei conservatori di Salerno, di Vibo Valentia, di Monopoli e Reggio Calabria. Ha collaborato con il Teatro Giuseppe Verdi di Salerno, il Politeama di Catanzaro, e il Teatro San Carlo di Napoli, ove ha lavorato con direttori d’orchestra di calibro internazionale (Muti, Metha, Tate, Marshall, Renzetti). Dal 2010 si dedica, sotto la guida di Antonio Florio, all’approfondimento del repertorio napoletano del Sei-Settecento. Ha al suo attivo più di 150 concerti in qualità di pianista accompagnatore, clavicembalista, maestro concertatore e direttore di coro. Ha pubblicato molti saggi musicali e filosofici e numerose composizioni musicali. Nel 2009 ha lavorato come maestro del coro per l’associazione Il miglio d’oro di Ercolano, collaborando agli spettacoli della stagione estiva nelle ville vesuviane (La vedova allegra, La bohème) e della sedicesima edizione del Concorso Ritorna vincitor (Tosca, La traviata, Il giardino di rose). Ha inoltre svolto attività di maestro di sala e assistente alla direzione d’orchestra in Francia, in occasione dell’allestimento di Flauto magico e Il barbiere di Siviglia presso la Maison Verte di Roujan. Collabora al progetto B Side Music, con sede a Montecorvino Pugliano, finalizzato all’organizzazione di eventi culturali e alla promozione didattica sul territorio salernitano. Nel 2015 ottiene la Direzione Artistica del Festival Cimarosa di Aversa e collabora all’organizzazione di prestigiose attività musicali a Salerno, tra cui una masterclass in canto lirico con il soprano Alida Berti e la prima edizione del Concorso Internazionale La Musica nel Mondo. Ha pubblicato tra le altre, le seguenti composizioni musicali: Concerto in do maggiore per violino, archi e basso con tinuo, Setticlavio, Salerno (2004); Concerto in si minore per flauto, archi e basso continuo, Setticlavio, Salerno (2006); Composizioni per giovani pianisti, per pianoforte, Setticlavio, Salerno (2009); Tre vocalizzi nello stile moderno, per baritono e pianoforte, Setticlavio, Salerno 2009; Tre bagatelle per violino e pianoforte; Tre bagatelle per viola e pianoforte, Artemide, Scafati (SA); Sei Suites per clavicembalo, op. 1, Ar temide, Scafati (SA); Sei Sonate da chiesa per violino e basso continuo, op. 2, Artemide, Scafati (SA); Sei Sonate da camera per violino e basso continuo, op. 3, Artemide, Scafati (SA). Dal 2018 è il maestro del Coro del Teatro Carlo Felice di Genova.