Nonostante lo sciopero, la Lucia di Lammermoor convince il pubblico del Carlo Felice
In occasione della prima della Lucia di Lammermoor, andata in scena ieri sera al Carlo Felice, a salire per primo sul palco è stato il sovrintendente Claudio Orazi, che ha espresso il proprio disappunto nei confronti dello sciopero proclamato da un’unica sigla, Snater, che ha ridotto notevolmente il numero dei coristi. L’agitazione sindacale, che non ha però compromesso la buona riuscita dell’opera, non era stata proclamata contro la gestione del teatro, ma per protestare verso la legge finanziaria.
Orazi, apparso notevolmente mortificato da questa presa di posizione del sindacato, ha invitato il pubblico presente a partecipare, utilizzando lo stesso biglietto acquistato per la prima, ad una delle prossime recite che prevedono il coro al completo.
L’opera, tra le più amate di Gaetano Donizetti, ha preso poi il via davanti ad una platea non pienissima, come invece lo era stata in tante precedenti occasioni.
Questo capolavoro del bel canto, realizzato sul libretto di Salvatore Cammarano e ispirato al romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott, ha rappresentato un vertice del romanticismo operistico, grazie alla sua fusione tra dramma psicologico e potenza musicale.
La produzione, curata dalla regia di Lorenzo Mariani, ha saputo mettere in risalto le tensioni emotive e sociali dell'opera, ambientata nella Scozia del XVI secolo. Le scenografie suggestive di Maurizio Balò, unite ai costumi di Silvia Aymonino e alle luci di Marco Filibeck, hanno creato un'atmosfera cupa e misteriosa, amplificata dai video di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii. La direzione musicale è stata affidata al maestro Francesco Ivan Ciampa, che ha saputo valorizzare la scrittura melodica e drammatica di Donizetti, sottolineando la delicatezza e la forza delle celebri arie come "Il dolce suono" della scena della pazzia.
L'opera è stata accolta con entusiasmo dal pubblico genovese, che ha apprezzato non solo l'eccellenza musicale ma anche la modernità della regia, capace di esaltare il tema della fragilità umana e delle pressioni sociali. La protagonista, Lucia, interpretata da una soprano di grande talento, Nina Minasyan, ha offerto una performance intensa, rendendo palpabile la discesa nel baratro della follia. Convincente e molto applaudito tutto il cast: Enrico (Franco Vassallo), Edgardo (Iván Ayón Rivas), Arturo (Paolo Antognetti), Raimondo (Luca Tittoto) e Alisa (Alena Sautier). Bene anche il coro in formato ridotto, diretto dal maestro Claudio Marino Moretti.
Poche le autorità presenti: l’ex Prefetto di Genova Renato Franceschelli, ora a capo del dipartimento dei Vigili del fuoco, i consiglieri comunali Barbara Grosso, Elena Manara e Chicco Veroli. Assente il neo governatore Marco Bucci. Ma c’era il fratello, il cappuccino fra Luca.