Quale sindaco salira’ a bordo?
Il mare con i suoi orizzonti infiniti e la sua lezione di leggerezza e umiltà lascia molto tempo per riflettere
su quanto accade a “terra”.
Sono imbarcata da qualche giorno sulla Nave La Suprema in navigazione fra Genova e Tunisi e osservo, da una prospettiva un po’ diversa, la “bagarre ” che si è scatenata in città intorno alle innumerevoli candidature per ricoprire il ruolo di nuovo sindaco di Genova. Mi sembra che effettivamente vi siano quasi più candidati che elettori nella ormai sempre meno popolata città, il che mi fa dire che se le elezioni non esistessero bisognerebbe inventarle per la loro utilità nel curare le crisi esistenziali!
Da alcuni anni è apparsa infatti in città una grave apatia politica ed una conseguente assenza di partecipazione dell’intelligenza, dell’iniziativa e delle capacità dei singoli al rilancio del nostro territorio, e così la soluzione di molte problematiche urgenti, prima fra tutte quella delle infrastrutture, si è allontanata come l’orizzonte infinito di cui parlavo prima.
Ma ora, quasi per “magia”, queste elezioni hanno scatenato, direi senza mezzi termini, un “amore” per la vita politica che appariva sepolto.
Quindi, se io “amo”, io partecipo, e io mi candido.
Fino a qui tutto bene, ma la “magia”, come quasi tutti riconosciamo, purtroppo non esiste ed anche i miracoli, compresi quelli di padre Pio di cui oggi ricorre l’anniversario, sono sempre più rari.
Potrebbe allora sorgere il dubbio che alcuni dei candidati, accesi dal sacro fuoco dell’impegno politico, siano in realtà portatori (sani) di un’altra forma di “passione”: quella ambizione per il potere e per la “gloria” che di solito non ha mai prodotto alcun risultato per la collettività!
E allora, come possiamo distinguere noi elettori (pochi) genovesi, fra gli aspiranti candidati (tanti), quali di essi saranno in grado di rappresentarci adeguatamente?
E’ semplice: se per democrazia si intende la possibilità dell’individuo di esprimere la sua convinzione e di affermare la sua volontà, si presume che egli abbia (oltre all’ambizione) una sua convinzione, ed una sua volontà!
Ebbene questi due fattori, non certo trascurabili, non li ho ancora visti emergere da parte di nessuno dei possibili “papabili”, siano essi omo/etero o auto candidati! (Stefano Balleari a parte, ma lui è un amico e quindi di lui non parlerò adesso).
Quali sono i loro programmi, i loro progetti, e quali le risorse che pensano, ragionevolmente, di poter impiegare per raggiungerli?
Per il momento, al di là di magie, miracoli e ambizioni personali, mi sembra che il dibattito pubblico, purtroppo, si sia fermato su pure posizioni “ideologiche”, nell’ordine:
1°) il candidato deve essere genovese (!), ma non sono stati chiariti i confini geografici della genovesità: Cornigliano, Nervi ?
2°) bisogna strappare la città alla sinistra, o alla destra?
3°) il neo-eletto/a dovrà o non dovrà occuparsi dello stato dei marciapiedi di via Giordano Bruno?
4°) per battere la destra, o la sinistra, è meglio un candidato/a (possibilmente di peso) della Lega, del PD, dei 5 Stelle, dell’estrema destra/sinistra o di Forza Italia/Fratelli d’Italia? E che dire di un candidato della società civile. Perché, esiste anche quella Incivile?
Così facendo si rischia di correre dietro alle “credenze”che poi non sono così lontane dalle “magie”. Le credenze, infatti, nel corso dei secoli, hanno dato origine alle superstizioni che non sono altro che meccanismi di difesa e di rassicurazione attraverso i quali individui e gruppi, immaginano giustificazioni per i loro fallimenti e per le loro incertezze!
E così per alcuni la sinistra è considerata negatività e la destra positività, il gatto nero malaugurante ed il quadrifoglio portafortuna, ricordiamoci però che la fede nella iattura rende iettato, perché essa determina un indebolimento delle proprie capacità di critica e di giudizio!
E allora, cari elettori genovesi, cercate e cerchiamo di valutare idee e non ideologie, progetti e non proclami nello scegliere il nostro candidato ideale, non solo per Genova ma anche per le esigenze di tutto il territorio ligure.
Non mi risulta, infatti, che i confini di Genova siano blindati, né che la stessa sia dotata di extraterritorialità, a meno che non vogliamo credere che il Terzo Valico serva per collegare il Lido di Genova con l’Ospedale di San Martino o che i problemi del porto e del suo Terminal Crociere possano essere risolti attraverso un ampliamento dell’Associazione Motonautica Ligure, sita in Corso Italia.
Susy De Martini