I genovesi spariti dal Vaticano
Nel raccontare su "Il Fatto Quotidiano" le vicende di Tarcisio Bertone, ex potentissimo Segretario di Stato,
ha rivelato che in Vaticano vive con "la sfiducia totale di quelli che l'hanno combattuto e di quelli che l'hanno venerato.
Nell'epoca di Jorge Mario Bergoglio, l'unico bertoniano è Bertone: gli altri si sono mimetizzati e convertiti, per non perdere incarichi e prestigio.
Il porporato salesiano è di Romano Canavese, provincia di Torino, ex arcivescovo di Vercelli e di Genova.
Durante il pontificato di Ratzinger, la Curia vaticana era una succursale dei cardinali piemontesi e liguri.
Dov'è finito il gruppo?
Il cardinale Angelo Bagnasco, successore di Bertone proprio a Genova, guida a fatica la Conferenza Episcopale Italiana, ma papa Francesco l'ha commissariato con Nunzio Galantino e già ha tentato - due anni fa - di scardinarlo. Per contrastare le unioni civili, Bagnasco s'è rivolto al passato: non al mentore Bertone, ma a Camillo Ruini, senz'altro più tattico dell'impetuoso Tarcisio".
"Il ligure Mauro Piacenza, tra i bertoniani di più stretta osservanza, non ce l'ha fatta. Bergoglio l'ha rimosso e degradato subito: era il prefetto della Congregazione per il clero, da un paio d'anni è penitenziere maggiore. Il ligure Guido Marini, inquadrato e fotografato ovunque accanto a Bergoglio, è il maestro delle celebrazioni liturgiche del pontefice".
E il genovese Guido Marini, portato a Roma da Bertone, è rimasto in Vaticano perché nessuno conosce la liturgia come la conosce lui. Senza l'ausilio di Marini, papa Francesco non saprebbe come muoversi. Per questo se lo porta sempre dietro. Anche nei suoi viaggi all'estero.