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La solidarietà a Gabriele Volpi

Gabriele Volpi

Lo sappiamo: la Liguria è matrigna. Se uno si mette in mostra, c'è la gara a buttarlo giù.

Gabriele Volpi era partito da Recco come semplice operaio. Con la sua abilità ha fatto i miliardi in Nigeria. Continua a fare affari in varie parti del mondo. Ma qualche anno fa era tornato in Liguria pronto a donare alla sua terra un po' di quello che aveva guadagnato fuori.
Si è saputo che alla Pro Recco, dove aveva giocato da ragazzo, per far quadrare i conti (le vittorie costano) dona alla squadra di pallanuoto qualcosa come due milioni, quattro miliardi di vecchie lire. Può permetterselo. Forse non sa nemmeno lui quanto gli è costato lo Spezia Calcio, che vuole portare a tutti i costi in serie A (e i tifosi blucerchiati sperano che si decida a comprare anche la Sampdoria). Ora poi vorrebbe costruire qualcosa di importante anche fuori dal calcio. E Flavio Briatore sarebbe lieto di unirsi a lui in qualche iniziativa, anche se l'imprenditore che con il Billionaire ha rilanciato la Costa Smeralda non ha bei ricordi della Liguria (ricordate la vicenda del panfilo?).
Ora nei guai c'è Volpi. Gli contestano le modalità di queste elargizioni a favore dello sport. Gabriele ha le spalle larghe e non ha paura. Però è amareggiato. Per fortuna a tirargli su il morale ci hanno pensato quelli che l'hanno avuto come benefattore, la Pro Recco e lo Spezia: 80 atleti, 400 giovani, 20 dirigenti, 50 addetti ai lavori e le loro famiglie hanno acquistato una pagina di giornale per testimoniargli la loro solidarietà: "Caro Presidente Onorario Gabriele, noi sportivi non abbiamo alcun titolo per intervenire nelle vicende che ti riguardano e non ci interessa neppure farlo, ma vogliamo ribadire con queste poche righe il nostro sentimento di stima e di gratitudine per gli sforzi che hai sempre compiuto, con convinta passione, a sostegno delle nostre attività agonistiche e sportive. Da parte nostra, l'unica maniera per contraccambiare la sensibilità e l'attenzione che riservi al nostro mondo è garantirti un impegno ancora più forte di prima, affinché i risultati sul campo ti ripaghino, anche se solo in parte,  delle amarezze che la vita a volte ci riserva. Ti siamo vicini con l'affetto e la stima di sempre".
Gabriele Volpi si è commosso. Questa testimonianza d'affetto gli ha fatto superare il momento di sconforto. Anche se ha capito che lavorare in Liguria è difficile. Quasi impossibile. Cento volte meglio la Nigeria.

Elio Domeniconi

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