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Vaccarezza sulla riforma spiagge

Angelo Vaccarezza

A pochi giorni dall’udienza dibattimentale del 3 dicembre presso la Corte di Giustizia Europea,

fissata alcuni mesi prima rispetto a quanto previsto, in cui si discuterà del destino del comparto balneare italiano e della validità della proroga al 2020, il Capogruppo di Forza Italia in Regione Liguria, Angelo Vaccarezza e il Consigliere Claudio Muzio hanno presentato una mozione in Consiglio affinché il presidente Giovanni Toti e la sua giunta agiscano nei confronti del Governo e del Parlamento in modo tale che il Parlamento, nell'ambito della legge di Stabilità 2016, prolunghi la scadenza delle concessioni in essere di un periodo transitorio non inferiore a 30 anni, nell'ottica di una politica di "doppio binario", senza peraltro precludere la possibilità di ritornare all'applicazione di contratti a tempo indeterminato, fatta salva l'ipotesi di ragioni di pubblico interesse. Nella mozione, si chiede che il Parlamento, sempre nell’ambito della legge di stabilità 2016: riveda la disciplina dei canoni demaniali, escluda l'applicazione dei coefficienti OMI ai canoni dei beni pertinenziali, riduca al 10% l'entità della aliquota IVA a carico dei servizi di spiaggia, limiti l'addizionale regionale sul canone demaniale al 25%. Tutto questo in modo da rendere più equo e sostenibile l'importo degli oneri suddetti che, nella loro entità complessiva e nell'evoluzione corrente, rischiano di precludere all'impresa balneare i necessari margini di profitto, in presenza di una adeguata politica di investimento. Inoltre, si chiede che il Governo riprenda e sostenga con determinazione il confronto con la Commissione Europea, per ottenere un’appropriata durata delle concessioni in essere, nonché per assicurare l'opportuno riconoscimento della specificità italiana e dell’importanza delle imprese turistico-ricreative a base familiare rispetto ai parametri dell'occupazione e dell'investimento; che il Governo proceda rapidamente alla riforma e all’aggiornamento della normativa inerente le concessioni demaniali marittime, introducendo il regime del cosiddetto “doppio binario” che distingua le concessioni attualmente in vigore da quelle di nuova assegnazione. Alle prime sia assegnata un periodo transitorio non inferiore ai 30 anni che, come sopra anticipato, non precluda la possibilità di adottare contratti a tempo indeterminato; alle seconde si applichi immediatamente un regime di gare ad evidenza pubblica e che il Governo istituisca in tempi brevissimi un tavolo tecnico, al quale partecipino le Regioni e le organizzazioni imprenditoriali del settore balneare. “L'ordine del giorno 6 ottobre 2015, condiviso e approvato con poche astensioni, dal Consiglio regionale ligure il 27 ottobre 2015, ha precisato che gli stabilimenti balneari e le aziende ad uso turistico-ricreativo - 30 mila imprese circa in Italia, di cui 1.200 circa in Liguria - costituiscono il principale elemento propulsivo dell'economia costiera nazionale in genere e dell'economia ligure in particolare – ha spiegato Vaccarezza.

Il documento in questione ha chiarito che queste imprese, per la quasi totalità costituite da piccole o piccolissime unità operative a base familiare, hanno svolto la propria attività per oltre centotrent'anni, producendo reddito che hanno speso in loco; hanno creato sviluppo nell'indotto turistico e commerciale locale; hanno assicurato occupazione in un territorio che, perdendo progressivamente gli insediamenti industriali, ha smesso di offrire opportunità alternative; hanno monitorato l'ambiente e coltivato la costa fin dal loro primo insediamento; hanno svolto gratuitamente, nell'ambito turistico-balneare, attività sostitutive di funzioni pubbliche essenziali, quali la sorveglianza e il soccorso in terra e in mare, il primo soccorso, la pulizia e la manutenzione della spiaggia, funzione, quest'ultima, che è stata comandata loro anche fuori dallo specifico ciclo produttivo stagionale”.

“Il PD è riuscito – conclude il Capogruppo – in questi anni di non intervento, di non ascolto delle necessità delle associazioni balneari a distruggere un intero comparto, 30 mila famiglie italiane, che costituiranno da qui a breve, se il Governo non farà qualcosa, una vera emergenza sociale, nuovi esodati, destinati a rimanere definitivamente fuori dal mercato del lavoro, con enormi problemi economici, finanziari e sociali. Ora, prima del 3 dicembre c’è un’ultima occasione di intervento che, nonostante sia già stata sollecitata dalla Giunta regionale ligure non è ancora stata presa in considerazione. Speriamo che, anche questa volta, il Governo non decida di non intervenire, rimettendo ad un tribunale una decisione che in altri Paesi, come la Spagna, è stata solo politica”.

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