Sono proprio curioso di capire come andrà a finire lo scandalo di Sanremo. Quello dei furbetti del cartellino.

Perché, come diceva Pippo Baudo: "Sanremo è Sanremo".
Gli accusati hanno già trovato una giustificazione. Faranno ricorso al giudice del lavoro. Che magari li farà rientrare in ufficio, magari obbligando il Comune a pagare. Non sarebbe da meravigliarsi, è già successo altre volte.
Quando facevo l'inviato speciale mi capitava di dover andare spesso a Sanremo a seguire i vari scandali (e poi a seguire i relativi processi). Ne ho viste di tutti i colori. Ricordo un episodio curioso. Vado a Sanremo per parlare con il sindaco Vento, accusato di un'infinità di cose. Seguo la prassi e mi reco all'ufficio stampa. Bruno Monticone telefona subito al sindaco: "C'è qui Domeniconi...". E lui, non immaginando che fossi lì davanti a seguire tutto, "Digli che non ci sono...".
Un'altra volta vado al Solaro, dove si poteva sempre trovare qualche personaggio politico intento a giocare a tennis (infatti c'era un assessore). Un collega locale si diverte a fare uno scherzo: "Mentre tu sei qui a giocare a tennis il tuo collega X è in un bar di Corso Matteotti con un imprenditore, e ho capito che parlano di mazzette...". L'assessore si cambia in cinque minuti e corre in Corso Matteotti.
Quella era la Sanremo che ho conosciuto. C'erano soldi (e mazzette) per tutti. Il Casinò tirava, produceva ricchezza. I tempi sono cambiati ma il costume, a quanto pare, dilaga. Il Comune, nonostante l'austerity, ha più di 500 dipendenti. 35 sono stati arrestati perché non andavano a lavorare, c'era chi timbrava il cartellino per loro, magari un parente. E 7 di loro hanno avuto pure il premio di produzione. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
Ci si aspetterebbero licenziamenti e poi pene esemplare. Invece è cominciata la caccia alla talpa. Si cerca di individuare chi ha fatto la "spia". Perché è chiaro che la magistratura si è mossa dopo precise denunce. I sindacati giurano che non ne sapevano nulla, altrimenti avrebbero denunciato. Ma è possibile che uno firmasse i cartellini di non so quanti colleghi, che qualcuno andasse a firmare in mutande, che altri andavano a fare canottaggio, altri facevano da guida ai reali del Belgio, negli uffici mancavano tutti questi assenteisti e nessuno si accorgeva di nulla?
D'accordo che Sanremo è Sanremo. Ma a chi vogliono darla a bere?

Elio Domeniconi

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