La Paita replica al Corriere
Raffaella Paita, capogruppo PD al Consiglio Regionale ha inviato questa lettera al "Corriere della sera":
"Ho letto l'articolo di Paolo Mieli "La nuova sinistra di scuola ateniese (Corriere, 27 agosto - nota di Genova3000.it: e dal 27 agosto replica adesso?).
Non so se la mia sconfitta alle regionali liguri, per mano della sinistra masochista di Cofferati e Pastorino, possa diventare "il simbolo di un fenomeno di portata continentale". Francamente penso e spero di no. Ma un fatto è certo: le regionali liguri sono state la sintesi perfetta di una malattia endemica della sinistra.
In Liguria ho provato a sfidare il centrodestra sul terreno dei programmi e dell' innovazione, parlando di cifre e progetti dettagliati. Il centrodestra ha sperimentato in Liguria un modello che proverà a riproporre a livello nazionale e locale. Il populismo leghista di Salvini col il volto più moderato di Toti. Non a caso ha impostato l'intera campagna sul tema dei migranti. Ho perso il confronto per tante ragioni ed anche errori miei. Una cosa è certa: la divisione a sinistra è stata la garanzia della sconfitta. Perché ha trasformato il dibattito delle regionali in un referendum sul grado di purezza della sinistra dentro e fuori il Pd. Oggi la tentazione della "purezza" rischia di essere la malattia mortale della sinistra. La nuova sinistra che guarda al futuro deve rispondere con il principio di realtà. Consapevole di un fatto: la "purezza" è il rifugio ideologico per chi ha paura di misurarsi con il mondo e le sue trasformazioni, è la consolazione immaginaria di chi si nutre di sconfitte tenacemente ricercate come conferma dei propri ideali. Si spiega così il sorriso di Cofferati la sera della sconfitta del Pd in Liguria. Oggi abbiamo bisogno di una nuova sinistra che impari la lezione della realtà. Il principio della realtà non è il cinico sacrificio degli ideali e dei valori in nome della realtpolitik, ma lo sforzo continuo di commisurare ideali e valori al divenire dei processi storici e alle trasformazioni della società. Il Pd di Matteo Renzi incarna la sinistra che prova a stare dentro alla partita del mondo e a vincere. Senza alibi e senza nostalgie. Ecco quella che amo definire "sinistra popolare". Una sinistra che non ha paura di decidere, perché sa che il tempo della democrazia non è solo il tempo della discussione ma anche il tempo della decisione. Una sinistra riformista non a parole, ma nei fatti, come dimostra il coraggio con cui sono state portate avanti le riforme: lavoro, scuola, Costituzione. Una sinistra che prova davvero a cambiare qualcosa prendendosi il rischio che qualcosa accada davvero".
Con questa (nobile) lettera la moglie di Luigi Merlo ha fatto sfoggio di grande cultura. Si è dimostrata all'altezza del "Corriere della sera". Quando scrive ai giornali genovesi non è così forbita.