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Genova, impossibile essere ottimisti

Fiera di Genova

C'è un invito generale a essere ottimisti. Si dice: Genova ha un grande passato, può avere anche un grande futuro.

Sul passato, nessun dubbio. Genova era la Superba. Ma sul futuro, con tutta la buona volontà di questo mondo, non si può proprio essere ottimisti. In quale settore gli ottimisti vedono segni di riscossa?
La classe politica non è più certo quello di una volta. Il PD, dopo il naufragio di Raffaella Paita, per cercare di tirarsi su, ha fatto venire un commissario dalla Toscana. Il neo Governatore della Liguria Giovanni Toti, avrà anche la residenza ad Ameglia, ma è toscano.
Sono "stranieri" anche i nuovi padroni delle squadre di calcio: Enrico Preziosi, che da anni guida il Genoa, è di Avellino e ne ha conservato pure l'accento. Massimo Ferrero, detto "Er Viperetta" che ha comprato (si fa per dire) la Sampdoria da Edoardo Garrone, è romano del Testaccio.
Una volta Genova era la capitale della siderurgia, ma l'Italsider è scomparsa da tempo.

Nella nostra città, non ci sono più giornali. Il "Secolo XIX" viene stampato a Torino, al 70% è di proprietà de "La Stampa".
Un tempo eravamo orgogliosi della Fiera, che chiamavamo Fiera del Mare. Era il volano della città. Ora si scopre che tutte le manifestazioni sono in deficit (persino Euroflora). Per rimettere in sesto i conti, era stata chiamato un avvocato, Sara Armella, con il compito di fare la "tagliatrice di teste". Ora si parla di una fusione con il Porto Antico, ma si scopre che anche il Porto Antico ha un deficit pauroso. E si ipotizza la possibile perdita del Salone Nautico.

Non tornano più nemmeno i conti dell'Acquario, nonostante l'abilità di Beppe Costa e per anni i turisti venivano a Genova solo per visitare l'Acquario. E che altre attrazioni ci sono, se si esclude il solito Cimitero di Staglieno (che per altro è tenuto in condizioni disastrose)?

Eravamo orgogliosi del Bigo, l'omaggio alla sua Genova di Renzo Piano. Ma da due anni il Bigo è fermo, il Comune ha già fatto sapere che non ha i 500.000 euro necessari a rimetterlo in funzione.

Il Porto di Genova, per resistere, deve diminuire ogni anno i propri dipendenti. Si punta sul turismo, ma non si è capito che Genova non può reggere il confronto con Roma, Firenze, Venezia e anche Napoli, bisognerebbe trovare qualcosa di diverso. Ma abbiamo chi è in grado di risolvere il problema.

Ogni giorno si  annuncia la chiusura di qualche negozio, è fallito persino Berti di Andrea Bruni, che pure su "Style" del Corriere della sera continua a essere citato come il cult dell'eleganza.

Hanno chiuso anche ristoranti con la Stella Michelin. Non si riesce a trovare un nuovo presidente per la Camera di Commercio. E non si riesce a capire cosa succederà sul fronte del porto.

Eppure c'è ancora qualcuno che ci invita ad essere ottimisti...

Elio Domeniconi

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