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La voglia matta di Marco Doria

Marco Doria

Il sindaco di Genova Marco Doria ha dichiarato in pubblico che nemmeno sotto tortura è disposto a dire

se si ripresenterà o meno.
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha annunciato da tempo che non si ricandiderà.
E' quindi facile concludere che il primo cittadino di Genova non si sbilancia perché prima vuole capire quali sono le intenzioni degli altri. Eppure dovrebbe essergli chiaro che i suoi alleati (cioè il Partito Democratico) da tempo gli hanno voltato le spalle e sono i primi a criticarlo. Vogliono un sindaco ortodosso, non uno come lui che proviene da Sel e pretende di essere indipendente.
Quanto al centrodestra ha già fatto sapere che dopo essersi ripresa la Regione, vuole riprendersi anche il Comune. Probabilmente punterà su un sindaco leghista, come chiede Matteo Salvini, che a suo tempo aveva lasciato la Regione a Forza Italia. Per il momento il candidato più sicuro è Edoardo Rixi, che aveva fatto un passo indietro per propiziare la scalata di Giovanni Toti.
A fare il nome di Marco Doria era stato un ex comunista come lui, Silvio Ferrari, anche lui docente universitario. Anche lui oltre il Pd.
Se questo Doria junior si sapeva che aveva ereditato la cattedra universitaria dal padre Giacomo, arrivato a fare il vicesindaco. E che era stato presentato come coltivatore diretto anche se in realtà il signore di Montaldeo era considerato un latifondista.
All'epoca i veri miliardari amavano definirsi comunisti. Oggi sono andati oltre. A loro avviso gli eredi del Pci hanno troppo imborghesito il Pd tant'è vero che al vertice c'è Matteo Renzi, che è un ex democristiano.
Di Marco Doria si sa che, oltre alle terre a Montaldeo, ha tanti appartamenti a Genova, a ridosso della Via Aurea. Vorrebbe poter continuare a fare il sindaco perché si diverte, perché ora è diventato famoso. Prima era solo uno dei tanti docenti universitari e quando andava per strada non lo riconosceva nessuno.
La popolarità gliel'ha data la televisione, la trasmissione che va in onda su Primocanale. Uno dei suoi intervistatori Mario Paternostro (che ora è anche direttore editoriale,oltre che Presidente) ha più volte confidato agli amici: "Quando ero vicedirettore del "Secolo XIX" non mi conosceva nessuno. Appena sono passato a Primocanale tutti mi riconoscono".
Al prof. Marco Doria, signore di Montaldeo, figlio di marchese, è accaduta la stessa cosa. Per questo vorrebbe restare.
Ma ha fatto i conti senza i suoi avversari e anche senza i suoi presunti alleati. Alla fine dovrà andarsene. Scommettiamo?

Elio Domeniconi

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