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La riconoscenza di Bossi

Umberto Bossi

In un mondo abituato a salire solo sul carro del vincitore, secondo me, acquista un particolare valore la festa

che il fondatore della Lega Liguria Bruno Ravera ha organizzato al Bristol e poi in una trattoria di Sampierdarena in onore del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi e che tante polemiche ha suscitato all'interno del partito.
La Lega di oggi, quella di Matteo Salvini, non ha nulla a che fare con la Lega di ieri, quella appunto di Umberto Bossi.
Il Senatur si identificava con la Padania. Parlava di Roma Ladrona, aveva sempre con sé un'ampolla con l'acqua del Po, il fiume sacro.
Salvini vuole conquistare l'Italia, apre anche al Sud. Ha abolito anche i titi padani. E nelle polemiche ci va giù duro. Limita il folklore alle felpe che variano da zona a zona.
La tattica funziona. In Liguria il centrodestra ha vinto grazie a lui e sicuramente ora Giovanni Toti deve inchinarsi ai suoi voleri (dovrà farlo anche nella scelta del candidato sindaco).
In un suo sfogo Renzo Guccinelli ha raccontato che quando era assessore al commercio, tutti bussavano alla sua porta. Ora che è tornato ad essere un signor Nessuno lo cercano solo i veri amici. Pochi ma buoni.
In un mondo in cui tutti ambiscono solo a salire sul carro del vincitore, è quindi da elogiare il gesto di Bruno Ravera che non ha dimenticato il vecchio amico Umberto Bossi, con il quale ha litigato tante volte, ma l'amicizia non è mai venuta meno.
Sonia Viale, Francesco Bruzzone, eccetera, eccetera ieri osannavano Bossi, oggi preferirebbero ignorarlo, dimenticarlo. Ben venga quindi un Bruno Ravera che non abbandona il vecchio Senatur e gli ha organizzato pure una festicciola. Diciamogli bravo, anche se in tanti gli fanno pollice verso. L'amicizia, per fortuna, ha ancora un valore.

Elio Domeniconi

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