Il mobbing di Simonetta Menini
Finalmente qualcosa si muove. L'omertà sta finendo. Si comincia a parlare di Simonetta Menini,
dirigente dell'ufficio stampa del Comune di Genova, che è stata destituita dal suo incarico. E dirottata al presidente del Consiglio Comunale Giorgio Guerello, che pure non l'aveva richiesta e tanto meno ne sentiva la necessità.
Sinora ne aveva parlato solo Genova3000.it. Adesso l'ha fatta conoscere, tramite Facebook, anche il direttore del telegiornale di Telecity Marco Benvenuto. Ha usato la parola mobbing.
La protagonista sta passando le ferie in Sardegna e tace, ma si sa che a settembre comincerà la sua battaglia legale. Ed è probabile, conoscendo l'orientamento della magistratura, che un giudice del lavoro la rimetta al suo posto.
Genova3000.it si era meravigliato che in consiglio comunale, dove si ascoltano gli interventi più assurdi, non avesse chiesto spiegazioni al sindaco Marco Doria. Abbiamo interpellato vari amici e la risposta è stata sconcertante: nessuno ha interpellato il sindaco perché tutti sono contenti che se ne sia andata (o meglio, che l'abbiano destituita). In molti non la sopportavano più.
Premesso. Anche a noi la dottoressa Simonetta Menini non è simpatica, mentre abbiamo molta stima di suo marito, il dottor Pierantonio Zannoni, che era il giornalista più colto della Rai di Genova (e ora si gode la pensione pensando al premio letterario Rapallo Carige). Le abbiamo chiesto tante volte di mandarci i comunicati stampa del Comune, non solo non ce li ha mai mandati ma non ci ha nemmeno risposto.
Ci ha pure tolto dagli amici di Facebook, in modo che non potessimo più leggere i suoi commenti sul social network. Commenti che spesso erano sconcertanti: critiche continue a ciò che avveniva a Tursi, la trepida attesa del week end per andarlo a trascorrere a Courmayeur.
Comprendiamo benissimo che chi lavora nel palazzo del Comune - sindaco in testa - si scocci a leggere certi giudizi di un proprio dipendente. E non a caso l'anno scorso la dottoressa Simonetta Menini, nota anche per l'estroso look, era stata l'unica dirigente bocciata. Avevano ricevuto il premio produzione anche i dirigenti coinvolti nello scandalo dell'alluvione. Ma lei, no.
Quindi si può anche comprendere che Marco Doria, sollecitato dal suo portavoce Fulvio Fania, abbia perso la pazienza. Ma tutto dovrebbe avvenire in assoluta trasparenza, con tanto di motivazioni ufficiali e soprattutto nel rispetto delle leggi.
Altrimenti si cade nel mobbing, come ha detto Marco Benvenuto. Il giornalista coraggioso che ha rotto il muro dell'omertà.
Elio Domeniconi