Ma il principe Pallavicino ha pagato?
Sulla cena delle beffe a Palazzo San Giorgio se ne scoprono delle belle. Ogni giorno viene fuori un particolare.
Ora si scopre che quella sera a Palazzo San Giorgio sono stati racconti 50 mila euro. Però agli alluvionati non è finto neppure un centesimo. Il presidente Maurizio Codurri ha spiegato che gli angeli del fango non c'entrano. Quella sera la cena era stata organizzata dalla Fondazione principe Alberto a Milano. Quindi l'incasso è finito in Lombardia.
E' certo però che con quei soldi non è stato nemmeno saldato il conto alla Manuelina, che aveva fornito il catering. Ma il presidente Codurri, che è avvocato, ha spiegato che si tratta un semplice disguido, dovuto - dice lui - a un errore nell'intestazione della fattura. Ma perché non l'ha detto subito all'avvocato Fausto Maggi che glieli aveva chiesti a nome e per conto di Cristina Carbone?
Ma un’altra sconcertante notizia viene fuori dall'editoriale del Secolo XIX. Alessandro Cassinis ha scritto:
"A garanzia dei lettori, vorrei raccontare un piccolo retroscena. Alla vigilia della visita principesca il "Secolo XIX" scrisse una lettera al console generale di Monaco a Genova, Domenico Pallavicino, chiedendo un aiuto per gli alluvionati in nome delle radici che uniscono la Liguria al Principato. Benché non si possa chiamare Principe in base alla XIV disposizione finale della Costituzione repubblicana, Pallavicino si dimostrò degno del suo titolo donando graziosamente di tasca propria 10mila euro alla raccolta organizzata dal Secolo XIX. Gesto di valore, che riscattava una visita ingombrante per molti professori universitari e persino per la corte monegasca, imbarazzata dal fatto paradossale che il Sovrano di uno dei Paesi più ricchi del mondo per le sue ricerche marine battesse cassa in una città appena finita sott'acqua".
Cassinis ha poi aggiunto (sempre per la completezza dell'informazione: "In tutti questi mesi abbiamo aspettato un segnale, o meglio un bonifico. Niente".
Il direttore responsabile del Secolo XIX ha voluto far sapere pubblicamente che il principe Domenico Pallavicino, che rappresenta a Genova Alberto di Monaco, aveva annunciato l'invio di 10mila.
La storia della "cena delle beffe" continua.