La mia Isola Piana
La realtà è che il vecchio Garaventa, Gianfranco, aveva le spalle larghe e forse gestiva meglio la situazione.
In più l'isola era la sua creatura e l'amava.
Quando dava in gestione i servizi, non chiedeva l'affitto dei locali a chi veniva per la stagione a lavorare, ma solo una percentuale. Io credo che finisse in pareggio con le spese.
Mancato lui, e con la crisi anche nelle costruzioni, i figli avranno cercato di guadagnarvi, facendo affidi imprudenti, o comunque ridurre le spese.
Ma è assurdo pensare che chi veniva per tre-quattro mesi con il guadagno possa sostenere affitti e pagare una percentuale sugli utili, perché l'isola è un condominio non un luogo di passaggio per migliaia di persone.
Secondo me non l'hanno fatto a posta, sono rimasti a dover combattere su più fronti ed hanno sottovalutato o trascurato la situazione fino a che non è implosa.
La trattativa del condominio per trasformarsi in consorzio ed acquistare le aree comuni per i servizi è in stallo perché l'offerta fatta per i Garaventa è troppo bassa... così tutto è fermo perché quei locali erano gli unici dedicati e con licenza.
Ora le spese di condominio sono aumentate ed in più ora non ci sono più servizi. Immaginate le famiglie con bambini che non possono comprare l'acqua (quella del rubinetto non è potabile), il latte, i pannolini a meno che non ci sia la barca che fa le quattro corse al giorno, che porta a Carloforte o a Porto Vesme (esclusa la domenica, non ci sono corse). In più è diventato difficile affittare per recuperare le spese.
Monica Magnani
(ex condomina, vi passa le vacanze)