La Paita danneggia anche il marito
Luigi Merlo è sempre innamoratissimo della moglie Raffaella Paita. Non la cambierebbe nemmeno con Monica Bellucci.
E' sempre stato fiero di lei e della sua strepitosa carriera politica. Hanno un figlio, Francesco che ha undici anni, ed è la loro gioia.
Era così sicuro della sua vittoria alle Regionali che aveva annunciato in anticipo le dimissioni dalla carica di presidente dell'Autorità Portuale per evitare un eventuale conflitto di interessi. Poi l'hanno costretto a rimanere ancora in carica perché c'erano vari progetti da portare a termine. Ma il suo mandato ormai è agli sgoccioli. E deve cominciare a pensare al suo futuro. Cerca un'altra sistemazione.
Merlo, come del resto la moglie, non ha mai lavorato (salvo un brevissimo periodo a Tele Liguria Sud) o meglio ha sempre campato di politica. Per andare avanti con la politica bisogna avere il sostegno di un partito. Raffaella e Gigino, come lo chiamano i terminalisti amici, militano entrambi nel Partito Democratico. Ma mentre il marito non ha nemici, va d'accordo con tutti, gode la stima generale, la moglie sta sbagliando tutto. Non ha saputo vincere e sta dimostrando di non avere nemmeno saputo perdere.
Non si aspettava la "trombatura" e ha reagito male. Considera suoi nemici tutti quelli che non l'hanno aiutata a vincere, li accusa di averla fatta perdere. Non ammette che qualcuno possa pensarla in maniera diversa da lei.
Ha osato criticare persino Claudio Burlando, che pure ha fatto di tutto per lasciarle la presidenza della Regione. Ha detto che l'amicizia con Burlando non l'ha aiutata, dimenticando che senza Burlando non sarebbe nemmeno entrata in Giunta.
Ma il colmo si è registrato al matrimonio del sindaco di Sarzana. Si è rifiutata di salutare il Guardasigilli Andrea Orlando, che, per non danneggiarla, aveva pure rifiutato la candidatura che gli era stata offerta dal partito.
E' evidente che a Raffaella Paita sono saltati i nervi. Ma dovrebbe capire che, continuando su questa strada, danneggia anche il marito. E Luigi Merlo questo proprio non lo merita.
Elio Domeniconi