Margherita risponde a Raffaella
Punto su punto, rispondo all'intervista rilasciata da Raffaella Paita a Ava Zunino per Repubblica:
Zunino: Volete arrivare ad una votazione per ratificare la consistenza delle forze in campo?
Paita: «No, sarebbe profondamente sbagliato trascinare il partito ad un voto. E poi, su che cosa dovremmo votare? Sul ritiro delle dimissioni del segretario regionale Lunardon? Le dimissioni si accettano anche senza votare. Dopodiché non capisco se le dimissioni di Lunardon sono vere o se è stato un gesto falso».
Bosso: Sono verissime. Si accettano anche senza votare, se le vuoi accettare. La linea politica potrebbe anche essere un'altra, ed avere pure la maggioranza, che ne sai...
Zunino: Dunque, sarà commissariamento e voi siete d'accordo
Paita: «Penso che in questo momento non ci sia altra possibilità che quella di farsi dare una mano dall'esterno, cercando anche noi di lavorare in senso unitario. Penso che al commissariamento non ci si debba arrivare con una ulteriore forzatura, con un voto e lacerazioni. Gli unici ad aver dato sentore di voler votare sono quelli che hanno sostenuto Lunardon».
Bosso: Mi risulta diversamente, magari sbaglio eh...
Zunino: Il Ministro Orlando invece non è convinto del commissariamento e anzi ha detto che sarebbe meglio lasciare Lunardon fino al congresso.
Paita: «Il ragionamento di Orlando non aiuta: è rivolto al passato. Ognuno di noi deve ammettere la sua parte di responsabilità»
Bosso: Giusto, basta passato. Via i protagonisti di questa vicenda. Non colgo però riferimenti al capogruppo.
Zunino: E quale sarebbe la responsabilità di Orlando?
Paita: «Imputo a Orlando la responsabilità di aver iniziato una discussione al nostro interno sul tema della continuità e discontinuità rispetto all'amministrazione regionale. Non è stato Lunardon, è stato lui ad avviare una crociata contro l'amministrazione regionale. Orlando è il Ministro sopravvissuto a tutte le stagioni politiche, avrebbe potuto essere d'aiuto in questa Regione».
Bosso: Ci sono dei tabù?
Zunino: Non lo è stato?
Paita: «È stato assente, probabilmente impegnato su altri fronti e non è mai intervenuto se non il giorno dopo, per criticare. Tant'è che abbiamo aspettato per mesi una sua candidatura alle primarie che non è arrivata e oggi il ruolo di salvatore della patria non gli si addice. Questo suo atteggiamento ha molto il sapore di uno scontro di potere camuffato da questioni di merito, programmatiche: se ci sono, che emergano. Ed è questo che hanno percepito i cittadini al momento del voto: hanno giudicato lo scontro nel Pd per quello che era, uno scontro di potere e nessuno deve sentirsi esente».
Bosso: Magari anche di idee: in fondo erano molto, molto, diverse.
Zunino: E voi, adesso?
Paita: «Partiamo dal dato che nessuna proposta per una sintesi unitaria ha prevalso. Sarà Roma a darci una mano e però dobbiamo sentirci tutti impegnati perché il commissario non ha la bacchetta magica».
Bosso: Dipende a quali ci riferiamo: il concetto di "unitario" non prevede che il candidato che ha perso le elezioni faccia il segretario regionale.
Zunino: Ma a mediare ci avete provato sul serio?
Paita: «Certo, noi siamo stati quelli che hanno provato tutte le possibilità per una soluzione unitaria, ma partendo da due dati».
Bosso: Mi mancano all'appello.
Zunino: Quali?
Paita: «Il primo è che le dimissioni di Lunardon erano naturali dopo la sconfitta e dopo le ragioni della sconfitta: aver sollevato il tema della discontinuità contro la giunta uscente, aver cercato fino all'ultimo una candidatura alternativa alla mia. Quando io avevo trovato un'intesa sulla mia candidatura è stato Lunardon a rifiutare quell'accordo. E poi la scelta di Cofferati che non aveva nulla da perdere: quelle primarie sono state un referendum sull'amministrazione regionale e Lunardon non è stato capace di costruire una coalizione. Sono le ragioni per cui abbiamo perso; ognuno di noi ha commesso errori, io però sono stata l'unica ad ammetterli».
Bosso: Naturali, concordo. Perché c'è chi è un signore e chi no. Attendevo speranzosa altri passi indietro che invece continuano ad essere passi avanti: quale differenza si è colta? E nel merito: è un tabù il tema della discontinuità, per la serie "come osi"? E ancora.. dovevamo essere tutti vincolati ad un'autocandidatura anche se eravamo contrari per merito e metodo? In ultimo: ammettere gli errori significa fare il capogruppo? Imporre quindi una rappresentatività dopo che è evidente che c'è una spaccatura in merito proprio a questo? Buffo!
Zunino: Questo è il passato: dicevamo dell'assemblea di oggi e delle dimissioni di Lunardon
Paita: «Sono un fatto naturale ed inevitabile. Con Guerini abbiamo provato a trovare una soluzione unitaria, ma se dall'altra parte la risposta è che l'unica condizione è che resti Lunardon alla guida del partito fino al congresso, è evidente che questa parte non vuole ricercare un accordo unitario».
Bosso: Le bugie hanno le gambe corte!
Margherita Mereto Bosso