Fucili puntati su Giovanni Toti
Probabilmente il buon Giovanni Toti si è già pentito di non essersene rimasto tranquillo al Parlamento Europeo
e forse anche di avere abbandonato il giornalismo, che era la sua vera vocazione.
In Liguria ha sicuramente compiuto una grande impresa, anche favorito dalla divisione a sinistra, dove in tanti avevano annunciato che non avrebbero mai votato per Raffaella Paita, simbolo del "burlandismo". Però dopo dieci anni di dominio "rosso" il centrodestra si è ripreso la Liguria. E questo dovrebbe essere motivo di grande soddisfazione per Giovanni Toti, l'artefice principale dell'impresa anche perché è riuscito a ricompattare il centro destra: Forza Italia, la Lega (senza dubbio il partito più forte, con Edoardo Rixi costretto a fare un passo indietro) Fratelli d'Italia (grazie all'ingresso di Matteo Rosso, ex FI), e poi Area Popolare (NCD e UDC, rientrati nel centrodestra dopo aver sostenuto il centrosinistra).
Toti ha vinto. Però la maggioranza è risicata. Basterebbe un "tradimento" per farla cadere. Per poter governare, quindi, il presidente non deve sbagliare una mossa. Sinora non ha parlato, ha detto che presenterà la sua squadra solo in Consiglio Regionale. Si sa che si consulterà ancora, però si sa che ha già fatto la squadra e che difficilmente cambierà idea. Ma siccome non l'ha ancora annunciata, tutto si basa su confidenze, illazioni, voci di corridoio magari messe in giro ad arte.
E allora si dice che anche Toti privilegia gli amici e gli amici degli amici, anche se aveva garantito che non avrebbe guardato in faccia nessuno. Aveva detto che voleva assessori forti per Sanità e Bilancio, ma poi ha cambiato idea. Non vuole tener conto del territorio, o meglio il territorio privilegiato è quello della Spezia (ha la residenza ad Ameglia) e si sa che gli spezzini, pur essendo liguri, da sempre si sentono più vicini alla Toscana.
Aveva annunciato che avrebbe ascoltato tutti ma poi avrebbe deciso di testa sua. E in Forza Itali, ora, chi lo segue con occhio critico, sostiene invece che segue solo i consigli di Sandro Biasotti, sono sempre insieme, "culo e camicia".
Tutti, poi, vogliono salire sul carro del vincitore. In tanti, troppi, sostengono di aver propiziato la sua vittoria. In tanti vanno a chiedergli qualcosa.
Sicuramente il neo-Governatore ha riflettuto su ogni decisione. Ma sinora gli scontenti superano sicuramente i contenti. La contestazione cova sotto la cenere. In attesa di conoscere ufficialmente cosa ha deciso Giovanni Toti. Un politico "costruito" che forse ha già cominciato a rimpiangere il giornalismo.
Elio Domeniconi