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Gli esami non finiscono mai

Esami di maturità

Si discute della scuola del domani. Si dice che il liceo classico non serve più. Superato dai tempi.

Si fanno film sulla notte prima degli esami. Ognuno ha ricordi personali.
Io sono andato al classico per caso. Orfano di padre dall'età di 20 giorni (infortunio sul lavoro) ero destinato all'Ansaldo, qualifica operaio. Ricordo che un giorno mio nonno mi aveva portato in fabbrica per presentarmi ai colleghi. Mi aveva fatto vedere la macchina alla quale avrei lavorato, quando mi avrebbe lasciato il posto.

Mia madre aveva la quinta elementare, già tanto ai suoi tempi. Veniva a sentire i professori e alle fine delle medie tutte le dicevano che sarebbe stato un delitto non farmi studiare, ero portato per le materie letterarie, avevo un'intelligenza superiore. E infatti ricordo che non studiavo mai, mi bastava quello che imparavo a scuola. Mia madre seguì il consiglio dei professori, e scelse la scuola più vicino a casa: il liceo classico Mazzini, cento metri di distanza.

Ho dei bei ricordi di tanti professori, non così di quelli della maturità. Arrivai terzo ma con due materie: italiano e storia dell'arte. Due materie nelle quali mi ero presentato con il 7 e il 7 allora significava l'eccellenza. Quando riportava i temi (per la verità corretti mentre sentiva alla radio la partita del Genoa) corretti il professor Maurizio Passerone diceva: "Se a Domeniconi do 8 a voi dovrei dare 4, zero, sottozero...". Tanti anni dopo il figlio Giancarlo, primario di cardiologia chirurgica, prima di operarmi al cuore mi disse: "Quanti articoli mi ha fatto leggere mio padre. Mi diceva: Domeniconi è stato mio allievo".

Angelo Rossi mi aveva fatto amare la storia dell'arte, col tempo sono diventato collezionista di quadri antichi.
Cominciavo a scrivere. Leggevo Cesare Pavese, Alberto Moravia, Italo Calvino. Due parole un punto. Nel giornalismo è stata la mia fortuna. Ma alla maturità il mio tema fu bocciato: stile frammentario. La professoressa arrivata da Piacenza era rimasta al periodare di Cicerone. In storia dell'arte, osai dire che il vero Botticelli, quello autentico era quello pagano. Quello convertito al cattolicesimo non era sincero. Vade retro, Satana!

Nonostante questa esperienza traumatica, a mia figlia ho imposto una sola cosa: il liceo classico.

Elio Domeniconi

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