Se Renzi imita Mussolini...
Gli editorialisti non hanno dubbi. L'atteggiamento di Matteo Renzi ricorda quello di Benito Mussolini.
Il diktat del governo alla Camera sull'Italicum è paragonabile solo alla votazione della legge Acerbo. Siamo nel 1923, quasi un secolo fa. E i giuristi confermano una grave forzatura sulle norme costituzionali. Il premier si è limitato a lanciare la sfida: "Se volete, mandatemi a casa!".
Non ho letto un'osservazione che, a mio avviso, è di fondamentale importanza. E cioè che quanto sta avvenendo nelle istituzioni, a tutti i livelli, dimostra che non siamo maturi per la democrazia. Per metterci in riga occorre un dittatorello. Prima il maestro di Predappio, oggi il laureato di Pontassieve.
Gli esempi sono davanti ai nostri occhi.- Proprio a Genova.
Forza Italia ha sempre parlato chiaro: le Primarie non servono perché tanto decide tutto Silvio Berlusconi. E il Cavaliere ha l'occhio clinico: sa scegliere i migliori (e qualche volta anche le migliori).
Ma il PD si chiama partito democratico proprio perché si ispira ai principi della democrazia. Decida il popolo, sia la base da chi vuole essere governato. In Liguria le Primarie avevano scelto Raffaella Paita, la "sora Lella" de noantri. Il giorno dopo il suo competitor Sergio Cofferati si è dimesso dal partito (ma non ha lasciato il seggio che il PD gli aveva dato al Parlamento Europeo). Il prete laico di Genova don Paolo Farinella si è subito messo in azione per trovare nella sinistra un candidato in grado di far perdere la pupilla di Claudio Burlando. Poi alla fine i "civatiani" hanno scovato l'on. Luca Pastorino, che è anche sindaco di Bogliasco. Anche lui ha lasciato il PD ma non il seggio a Montecitorio.
E' legittimo chiedersi: ma cosa si fanno a fare le primarie se poi non si rispetta il volere della maggioranza?
Dall'altra parte,un ex Pdl, Luigi Morgillo, presenta Enrico Musso come uomo della Provvidenza e invita a votarlo come presidente della Regione. Ma quanti schieramenti ha girato questo moralizzatore che accusa gli altri di essere dei trasformisti? Ruppe con il partito di Berlusconi accusandolo (magari non a torto) di essere "il partito delle zoccole". Ma si guardò bene di lasciare anche il seggio a Palazzo Madama. C'è chi lo elogia perché non ha portato il cervello all'ammasso, ha sempre pensato con la sua testa. Ma in democrazia si discute, poi si deve accettare il volere della maggioranza. Altrimenti si cade nell'anarchia. E quando c'è il caos, a mettere le cose a posto arriva il dittatore di turno.
L'ultimo, sangue romagnolo, era arrivato da Predappio, questo, "maledetto toscano", arriva da Pontassieve.
Elio Domeniconi