Il peccato del Cardinale Bagnasco
Sono sempre stato un sincero ammiratore del Cardinale Angelo Bagnasco. Dicevo convinto:
il nostro Arcivescovo ha una marcia in più. Non a caso è stato messo a presiedere la Cei, è il capo dei vescovi.
Per questo mi ha stupito la sua uscita in difesa di Raffaella Paita. Questa poteva proprio risparmiarsela.
Come può un cardinale dire che la magistratura fa scoppiare le bombe a orologeria? Forse dimentica, tra l'altro, che il Pm Gabriella Dotto ha avuto il fascicolo dell'alluvione non per motivi politici, come spesso si dice, ma perché era il magistrato di turno.
Il procuratore capo Michele Di Lecce ha spiegato che la magistratura fa solo il suo dovere. Se per prendere certe decisioni aspettasse il dopo-elezioni, allora sì che potrebbe essere accusata di giochetti politici.
Eppoi Bagnasco si è accorto solo adesso delle bombe a orologeria, perché non l'ha detto quando il danneggiato era Silvio Berlusconi?
Il cardinale ha poi cercato di fare marcia indietro sostenendo che il suo era un discorso in generale. Ma chi ha sentito le sue parole in televisione ha capito benissimo che alludeva alla Paita e quindi a Burlando.
Mi dispiace dirlo, ma si è messo sullo stesso piano di don Paolo Farinella. Ma quello è un parroco senza parrocchiani, lui è il coordinatore dei vescovi e cardinale di Genova.
Eminenza, ammetta di aver sbagliato. E vada subito a confessarsi. Quante volte figliolo?
Francesco Marenco
(ex parlamentare)