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La tarantella Morgillo

Luigi Morgillo

Macchè politica, questo è teatro. Tarantella napoletana. Una sceneggiata come quelle dell'indimenticabile Mario Merola.

La matrice è la stessa. Teatro dell'arte.
Luigi Morgillo è napoletano e quindi il paragone viene spontaneo. Funiculì funicolì. Con il finale a sorpresa. Come nelle sceneggiate d'autore.
Dopo l'incontro ad Ameglia, finito a tarallucci e vino, si aspettava solo il comunicato ufficiale che sancisse l'accordo. Liguria Libera avrebbe appoggiato Forza Italia. O meglio la coalizione di centrodestra. Morgillo  aveva sempre detto che si collocava in quest'area, dove del resto aveva sempre agito, visto che militava nel Popolo della Libertà e in questa veste era stato scelto come vicepresidente del Consiglio Regionale. E aveva sempre ammonito che il centrodestra doveva restare unito per evitare che fosse Raffaella Paita a sostituire Claudio Burlando (e così non sarebbe cambiato niente).

Però dall'incontro con Toti passavano i giorni e il comunicato non arrivava. Lorenzo Pellerano aveva inaugurato il suo point in un negozio di Via Luccoli senza poter dire ai pochi accorsi (e solo il Giornale della Liguria ne ha dato notizia, tutti gli altri hanno ignorato l'avvenimento) da che parte andava questa Liguria Libera. E allora si è cominciato a pensare che il vulcanico Morgillo stesse preparando un colpo di teatro, secondo la migliore tradizione partenopea.

Ed ecco il finale che sembra rubato a una sceneggiata di Mario Merola: Liguria Libera corre da sola. Candida Enrico Musso che nella sua pirotecnica stagione politica ha cambiato più partiti del mitico Salvatore Ottavio Cosma. In tanti avevano sperato in Musso, il suo Oltremare aveva grande successo e poteva permettersi una sede faraonica in via XX Settembre. Si ricorda che è stato senatore della Repubblica, carica di grande prestigio. Ma non si dice che era stato nominato da Claudio Scajola (che aveva già designato Renata Oliveri) pare su input di Gianfranco Fini.

Che ora il professor Musso possa avere un seguito che gli permetta di fare il presidente della Regione può pensarlo solo Liguria Libera, dove del resto molti volevano appoggiare Toti e hanno gridato "Questo è un suicidio". Siccome però Morgillo è un furbacchione, ci si chiede cosa c'è dietro. Lui è arrivato in Regione alle 10 in punto scortato da Maria Grazia Frijia (se non ci fosse bisognerebbe inventarla) e da un'altra collaboratrice che si distingue per la stazza. Era tutto pimpante. E vedendolo passare molti si sono chiesti: chissà cosa gli hanno promesso.
La sceneggiata continua.

Elio Domeniconi

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