Il discorso di Obama
Nel suo discorso sullo stato dell’Unione di alcuni giorni fa, Barack Obama, presidente degli Usa
(non di uno Stato qualunque) ha detto a chiare ed inequivocabili parole che, per la ripresa economica, punterà sui ceti medi, li agevolerà in ogni maniera. E non farà altrettanto per i super ricchi. Nel senso che il presidente Usa ritiene come sia l’unica maniera per creare un volano che metta in moto l’economia, permettendo di creare benessere e posti di lavoro. Speriamo ce la faccia; il compito non è facile in quel tipo di economia. Intanto però, in Italia, per decenni ed anche ora, si fa esattamente il contrario: sono stati favoriti, persino aiutati, agevolati i super ricchi mentre si è sempre messo nel mirino il ceto medio produttivo, asfissiandolo di norme insopportabili, illogiche e sbagliate. Quasi deridendone l’impegno lavorativo, come fosse cosa facile. Insomma, a chi ha voglia di tirarsi su le maniche e rischiare in piccole dimensioni, sono stati creati ostacoli a non finire. Favorite invece multinazionali, grandi gruppi, mega centri, pluri multi milionari (una volta, con la lira, miliardari), già potenti di loro per i loro quattrini. Una cultura sbagliata che sta producendo effetti devastanti ancora adesso, con chiusura pressochè continua di piccole aziende e negozi dove titolari e lavoratori sono a tutela sociale zero. E proprio ieri, parlando con un sindacalista di alto incarico e livello di Agnesi e Tirreno Power, due drammi sociali in corso, ho espresso le idee di cui sopra, trovando il suo consenso. Ma del resto che questo “centro campo” del lavoro e dell’economia sia essenziale ed indispensabile per il benessere di un Paese, viene detto da anni. Avviene in Francia, Germania, Inghilterra, nazioni vicine e “sorelle” europee dove, con questa mentalità la crisi si avverte meno che da noi. In Italia, invece, non lo si capisce e non si attua una politica in tal senso. Persistendo ciò un’ampissima fascia di ex benestanti e produttori a loro volta di benessere, finiranno in miseria. Principi, questi, dei quali è convinto Obama, ma non lo sanno, non lo capiscono i nostri politici, burocrati e tecnici, innumerevoli e costosissimi alla cosa pubblica e cioè a tutti noi. Difendono se stessi, i loro privilegi ed i loro stipendi, mentre stiamo vendendo l’Italia al potere economico straniero e cedendo il meglio delle nostre aziende e fabbriche a investitori di altri Stati, che non credo abbiano più di tanto a cuore il destino di milioni di famiglie di onesti lavoratori. Non so quanto questi straricchi esteri conoscano la lingua italiana di Dante e Petrarca, Pascoli e D’Annunzio, ma è certo che alcuni verbi li conoscono benissimo: esodare, pre pensionare, decentrare, delocalizzare, razionalizzare. Non ne comprendono invece bene un altro, forse, dall’infinito un po’…forzato: disoccuppare.
Dino Frambati
Gazzettino Sampierdarenese