Il famoso "decreto Biondi"
Gianni Barbacetto su "Il Fatto Quotidiano" facendo la "storia delle norme controverse su cui nessuno voleva
mettere la faccia" ha ricordato il famoso "decreto Biondi":
"Un anno dopo, il 13 luglio 1994, il primo governo Berlusconi, alla ricerca di un modo per fermare Mani Pulite, vara il "decreto Biondi": abolito l'arresto per corrotti e corruttori.
Quel pomeriggio l'attenzione del Paese è tutta per Italia-Bulgaria, semifinale dei mondiali di calcio che deve decidere chi affronterà in finale il Brasile.
Al Consiglio dei ministri, il titolare della Giustizia Alfredo Biondi distribuisce una cartellina con il testo e le spiegazioni. Interviene Berlusconi: "O il decreto passa all'unanimità, o lo ritiro e passiamo al disegno di legge".
Roberto Maroni, leghista, ministro dell'Interno e avvocato, chiede: "Ma usciranno di galera De Lorenzo e soci, oppure no?". Gli rispondono: "No,fidati". Il decreto passa all'unanimità. Il giorno dopo, i tangentisti escono, il pool Mani pulite si dimette, il Paese insorge. Berlusconi si spaventa e dà la colpa a Biondi. Maroni si dissocia e dice che non gli avevano spiegato le conseguenze. Il 19 luglio il decreto viene bocciato in Parlamento.
Elio Domeniconi