Un Merlo che fa l'aquila...
Si chiama Merlo ma strilla come un'aquila. Vorrebbe sbranare tutti quelli che stanno cercando di impedire
a sua moglie Raffaella Paita di diventare presidente della Regione. Lui, Luigi Merlo, è in scadenza dall'Autorità Portuale. Cerca un'altra sistemazione. Dato che ormai vive di politica. In passato a La Spezia, aveva provato a fare il giornalista in una tivu privata della zona, quella legata alla Curia, ma senza successo.
Gli è andata sicuramente meglio con la politica. Ma adesso tutto si rimette in discussione, perché è spuntato lo spauracchio Sergio Cofferati. E se vince il Cinese per la sua consorte sono cavoli amari. Se invece vincesse la Lella, ne guadagnerebbe sicuramente anche lui.
Adesso il presidente dell'Autorità Portuale sta facendo cose che vanno al di là di ogni logica. E' socio della Fiera. Eppure tuona contro la Fiera, l'ha definita una scatola vuota, l'ha screditata dicendo che vorrebbe vendere le azioni ma no le compra nessuno.
Non si era mai visto un attacco del genere a chi milita nello stesso partito, a un ente di cui è azionista.
Per spiegarlo i maligni hanno fatto ricorso alla dietrologia. Dicono che Merlo colpisce Sara Armella, ma il vero bersaglio sarebbe suo marito, Giovanni Lunardon, anche se da una settimana non vivono più insieme. E, onestamente, non si spiega in altra maniera un attacco così inusuale. La Armella l'ha definito, bontà sua, "mugugno mediatico". Si può anche criticare ma nelle sedi idonee. E non sparando nel mucchio, come in un gioco al massacro.
Se Merlo ce l'ha con Lunardon perché come segretario Regionale si è schierato dalla parte di Sergio Cofferati (e quindi contro sua moglie) spari sull'attuale europarlamentare, ma lasci in pace la Armella, che è un grande avvocato e sta facendo salti mortali per salvare la Fiera. Per rilanciarla ci vorrebbe una linea comune, una sinergia fra le varie istituzioni. Invece sembra che il presidente dell'Autorità Portuale voglia darle il colpo di grazia.
Sarebbe tutto da ridere. Se non ci fosse invece da piangere. Perché un tempo la Fiera era il fiore all'occhiello di Genova, il volano della città. E ora un uomo chiamato Merlo la definisce una scatola vuota.
Per fortuna la presidente della Fiera è una donna intelligente. E così evita di dire le stesse cose dell'Autorità Portuale.
Elio Domeniconi