La commedia Rossi
Maurizio Rossi ha vinto la sua (nobile) battaglia: ha messo fuori gioco il governatore uscente Claudio Burlando
e l'assessora Raffaella Paita, che nei suoi piani avrebbe dovuto sostituirlo al vertice della Regione.
Lo si è capito da quanto il premier ha dichiarato nel salotto di Barbara D'Urso, che Matteo Renzi usa per fare i suoi annunci alla nazione, che gli 80 euro verranno dati anche alle mamme che mettono al mondo un figlio (qualcosa del genere, se ben ricordo, faceva il cavalier Benito Mussolini). Renzi già non aveva in particolare simpatia Burlando, renziano dell'ultima ora. Quella gaffe televisiva è stata il colpo di grazia.
Gli ha dato una grossa mano anche Berlusconi che su Canale 5 ha mandato in onda, in diversi telegiornali, il servizio di Alberto Pastanella che evidenziava la gaffe di Burlando.
Quindi il senatore della Repubblica Maurizio Rossi dovrebbe brindare e magari aumentare lo stipendio a Dario Vassallo che con quell'intervista tipo "Le Jene" ha messo kappao Burlando e la Paita. L'obiettivo è stato raggiunto e si sa, sin dai tempi di Nicolò Machiavelli, che il fine giustifica i mezzi.
Ma il fondatore di Primocanale ha voluto mandare una rettifica al "Secolo XIX" per far sapere che lui con la linea editoriale di Primocanale non c'entra per niente, perché "ha dato in gestione a terzi le sue azioni". E questa è una commedia, come quando Silvio Berlusconi passò "Il Giornale" a suo fratello Paolo, che non si era mai interessato di editoria e che era diventato famoso soprattutto per le sue fidanzate.
L'Italia è il paese del diritto: fatta la legge, trovato l'inganno. Ma chi lavora a Primocanale sa benissimo chi prende le varie decisioni. E almeno, se commedia deve essere, la reciti come si deve. Dica all'editore incaricato Mario Paternostro di interpretare la parte dell’editore. Invece Paternostro continua a fare quello che ha sempre fatto: il giornalista. Scende persino in strada, cronista tra i cronisti.
Se davvero avesse cambiato mestiere, l'Ordine dei Giornalisti, applicando la legge, lo avrebbe retrocesso dai professionisti ai pubblicisti, come aveva fatto a suo tempo con Raimondo Lagostena, per Telegenova. Ma nemmeno l'Ordine dei Giornalisti crede che il buon Paternostro sia l'editore effettivo di Primocanale.
E allora perché Maurizio Rossi continua a recitare questa commedia? Chi gli crede?
Chi conosce Paternostro sa che non chiederebbe mai ai suoi giornalisti di fare interviste tipo "Le Iene".
Perché il telegiornale di Primocanale non è lo show di Teo Mammuccari e Ilary Blasi.
Elio Domeniconi