Danni psicologici da lockdown, l’Agenzia per la Famiglia ha creato il catalogo delle associazioni che aiutano le persone
La pandemia ed il conseguente lockdown hanno reso indispensabile l’uso di tecnologie per mantenere i rapporti tra persone, ma l’effetto per molti è stato quello di creare un nuovo tipo di isolamento.
“Soprattutto i ragazzini, già portati ad un uso massimale degli smartphone e della tecnologia in generale - afferma l’assessore Lorenza Rosso, candidata alle prossime comunali - hanno ulteriormente incrementato le ore davanti a schermi di vario tipo: dalla DAD ai video giochi, fino all’utilizzo di chat e videocall per comunicare, la socialità ha subito una forte frenata in un periodo di vita dove invece sarebbe fondamentale. Ne conseguono gravi distacchi e problemi emotivi con difficoltà nel ritorno alla normalità”.
Ma non solo, anche l’uso di alcolici e droghe è aumentato. “Nei paesi nordici è noto l’effetto della carenza di luce – continua la Rosso –. Si potrebbe dire qui essere successo lo stesso: chiusi in casa, la luce presente ma vissuta da una finestra, è diventata motivo di depressione da sfogare in alcol e droghe per trovare sollievo all’isolamento, al lavoro solitario di fronte al PC, alla mancanza di contatto fisico e affetto”.
Perfino le coppie hanno subito uno scossone. “Anche quelle più solide. Restare 24 ore su 24 insieme è bello solo nei film e comunque per un tempo limitato. La vita al di fuori della casa, crea motivi di dialogo confronto su temi ed argomenti, su accadimenti e incontri – prosegue –. Nel periodo del lockdown non si parlava d’altro che della pandemia e dei timori ad essa collegati, le televisioni non aiutavano con bollettini di guerra ed informazioni allarmanti. Inoltre, in molti casi, vi era anche la preoccupazione per i figli, sempre più chiusi e spesso nervosi. Sia per i genitori che per le famiglie senza figli, era facile veder crescere la tensione”.
Insomma, le statistiche hanno segnato un incremento notevole di tutti quei problemi che necessitano di sostegno. Non sono bastati gli sforzi di psicologi e associazioni singole, per questo, in maniera quasi naturale, sono nati gli oltre 120 gruppi di auto aiuto. “Le associazioni sul territorio sono molto attive ed adottano tutte le misure idonee a raggiungere il benessere fisico psicologico e sociale della persona. Un esempio concreto di quello che ritengo dobbiamo perseguire tutti noi, aiutando chi in certi momenti non ce la fa!”.
L’Agenzia della Famiglia ha colto subito l’importanza dei gruppi ed ha voluto metterli in rete. “Insieme si è più forti e si raggiungono più persone. È nato da questa convinzione così un catalogo, on line e cartaceo, che racchiude tutte le associazioni suddividendole per temi”, conclude l’assessora Rosso.