Chiesa batte Di Pietro
Giulietto Chiesa era un funzionario di partito del vecchio PCI a Genova. Era consigliere in Provincia quando gli venne offerto
di diventare giornalista e di andare a Mosca a fare il corrispondente de "L'Unità".
A Mosca, in seguito, passò poi a "La Stampa" dove è rimasto sino alla pensione. Sembrava che Claudio Burlando volesse inserirlo nel suo staff ma poi non se ne fece nulla. Chiesa si alleò ancora con Achille Occhetto e divenne parlamentare europeo nella lista "Il Cantiere per il bene comune", che comprendeva anche l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
Il "Cantiere" mandò due deputati nel Parlamento Europeo ed ebbe rimborsi elettorali pari a 5,4 milioni di euro. La cifra andava divisa tra i due partiti, ma a quanto pare si tenne tutto l'Idv. Giulietto Chiesa ed Elio Veltri, ex sindaco di Pavia, si rivolsero al Tribunale per ottenere il riconoscimento di una quota dei fondi. E ora il Tribunale di Roma ha ingiunto all'Idv di pagare a Chiesa e a Veltri, 27 milioni di euro.. Ma si è scoperto che i 5,4 milioni non furono intascati dal partito Italia dei Valori bensì da un'associazione con lo stesso nome i cui soci erano Antonio Di Pietro, la moglie Susanna Mazzoleni re la tesoriera del partito Silvana Mura.
Ora ci si chiede come un'associazione possa aver intascato i soldi destinati al partito. Di Pietro sostiene che quei soldi erano serviti per coprire le spese della campagna elettorale. In cassa non c'è più un euro. E probabilmente quella di Giulietto Chiesa diventerà una vittoria di Pirro.