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Quezzi, Amiu ha rimosso 55 carcasse di motoveicoli

Si è chiuso ufficialmente questo pomeriggio il cantiere in via al Poligono di Quezzi alla presenza dell’assessore comunale all’Ambiente, Matteo Campora, Mauro Ferrante, presidente Municipio Bassa Valbisagno e Francesco Chiantia, dirigente AMIU Bonifiche.

L’attività di bonifica del versante è stata aperta lo scorso 10 ottobre ed è durata 35 giorni; affidate ad AMIU Bonifiche, società specializzata del Gruppo AMIU, e operazioni di bonifica della ‘storica’ discarica sovrastante il rio Finocchiara che si immette nel rio Fereggiano, con un fronte operativo lungo oltre mezzo chilometro e una profondità vicino ai 25 metri in scarpata.

In collaborazione con Polizia Municipale sono stati rimossi complessivamente 55 carcasse di motoveicoli e parti di veicoli per circa 2 tonnellate.

Sono stati recuperati quasi 6 tonnellate tra manufatti e detriti contenenti amianto che sono stati avviati a specifiche filiere di smaltimento. Circa venti tonnellate di detriti abbandonati lungo la viabilità e lungo la scarpata sottostante. Più di otto le tonnellate di ingombranti, di legno e di elettrodomestici riportati alla luce, insieme a 200 chili di pneumatici fuori uso, due tonnellate di metallo, insieme a quasi due tonnellate e mezzo di rifiuti non differenziabili. Quantità tutte inviate ad impianti e piattaforme di recupero AMIU. 

Dichiara Matteo Campora, assessore all’ambiente e ai rifiuti del Comune di Genova: «Siamo molto soddisfatti che sia stato raggiunto l’obiettivo di bonificare questa discarica, un intervento che i residenti di Quezzi attendevano da diverso tempo. A nome dell’Amministrazione comunale, voglio ringraziare AMIU e AMIU Bonifiche per avere portato a termine le operazioni di rimozione dei tanti rifiuti che sono stati scaricati sul rio Finocchiara da alcuni incivili, nel totale disprezzo dell’ambiente e del più elementare senso civico».

Aggiunge Massimo Ferrante, presidente Municipio Bassa Valbisagno: «Il Municipio è, ovviamente, lieto che dopo tanti atti votati in questi anni in consiglio si sia arrivati ad un intervento di questo tipo. Siamo consapevoli che questi interventi non sono in capo al contratto di servizio AMIU, che ringraziamo comunque per la professionalità profusa. Vorremmo che queste attività diventino strutturali e non occasionali. Auspichiamo che soluzioni che contrastino questi fenomeni siano valutati con attenzione per evitare che la ripetizione di questo mal costume si replichi altrove, magari in altre scarpate. Certo deve aumentare il senso civico degli abitanti di questa città e il senso di comunità che non deve essere sottovalutato; dobbiamo lavorare in questo senso promuovendo anche azioni di sensibilizzazione sulla sostenibilità e sulla corretta gestione dei rifiuti».

In media sono stati presenti nel cantiere sei operai che hanno operato con imbragatura di sicurezza vista la ripidità dell’area di intervento, si tratta di personale altamente specializzato e abilitato a lavori su funi di tipo alpinistico. Inoltre sono stati utilizzati specifici mezzi come un escavatore da 80 quintali per rimozione detriti da demolizione e, per venti giornate un mezzo semovente con braccio telescopico capace di una estensione fino a 20 metri supportato da un verricello, ha permesso il recupero dei rifiuti abbandonati lungo la scarpata. 

Conclude Pietro Pongiglione, presidente Gruppo AMIU: «Le difficoltà emerse nel corso delle attività di cantiere e le soluzioni tecniche trovate dimostrano quanto il nostro personale sia preparato professionalmente. AMIU e le sue maestranze sono sempre vicino alle esigenze del territorio e dell’amministrazione per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti e di conseguenza il suo impegno verso l’economia circolare. Sicuramente accanto a soluzioni pratiche è necessario intensificare le attività di cultura ambientale con i cittadini di tutte le età, le associazioni e le aziende e dobbiamo insistere con la diffusione capillare dei servizi che la nostra società mette a disposizione di cittadini e imprese per continuare il percorso virtuoso di tutela dell’ambiente e del territorio ligure». 

Ricordiamo che solo durante il 2021 gli interventi richiesti dalla Direzione Ambiente di rimozione e avvio a recupero o smaltimento sono stati un centinaio, di cui 30 a carattere oneroso e tutte per il ripristino di scarpate e di altre aree difficilmente accessibili e che, come per Quezzi, si sono degradate proprio per la presenza di rifiuti abbandonati da ignoti.

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